LE NOSTRE RECENSIONI


Recensione: La Dimora dei Sospiri di Claudia Sabella

 


LA DIMORA DEI SOSPIRI



                                                                   di Claudia Sabella



Prezzo: € 14,90 | Ebook: € 0,99 - KU |
Pagine: 260| Genere: Romance Dark Fantasy Retelling|
Editore: Self |  Data di pubblicazione: 26 maggio

Trama

Le macchinazioni crudeli di Vilhelm e il tradimento di Jean Luc hanno spezzato Will e Brinette nell’animo e nel corpo. Brinette non sa più cosa sia reale e cosa no, non sa più se il proprio riflesso allo specchio sia simbolo di dolore o di speranza. William sa di avere commesso un errore e non intende ripeterlo. Non permetterà che la persona a cui tiene di più debba soffrire ancora. Ma il Labirinto dei Sussurri non sembra intenzionato a lasciarli andare via. Non senza un sacrificio. 

Dalle viscere della terra i sussurri riemergeranno ancora, trasformandosi in sospiri capaci di risvegliare esseri senza tempo. Poiché tutto ha un’origine. 
E una Dimora. 

Non avevano bisogno degli dei per ritrovarsi, per amarsi, sempre.


IL MIO PENSIERO SUL LIBRO


Con La dimora dei sospiri si chiude la dilogia di Claudia Sabella iniziata con Il labirinto dei sussurri, un fantasy romance dalle sfumature mitologiche e con un tocco di steampunk che lo rende unico nel suo genere.

Già dal primo volume, la Sabella aveva dimostrato una straordinaria capacità di costruire mondi complessi e suggestivi. Con questo secondo capitolo conferma pienamente la sua maturità narrativa, portando il lettore in una storia più profonda, oscura e struggente, dove l’amore e il dolore si fondono in un equilibrio fragile e ipnotico.

La penna di Claudia Sabella è riconoscibile e raffinata: il suo stile è evocativo, denso, quasi poetico. L’autrice sceglie di ridurre al minimo i dialoghi, lasciando che siano la narrazione e le immagini a parlare. Questo rende l’esperienza di lettura totalizzante: ci si immerge completamente nei pensieri, nei ricordi e nelle emozioni dei protagonisti, come se il confine tra la realtà e il sogno svanisse pagina dopo pagina.

Spesso passato e presente si intrecciano fino a confondersi, e non sempre è chiaro su quale piano temporale ci si muova. Questa scelta, volutamente disorientante, trascina il lettore in una spirale di visioni e memorie, facendolo sentire parte del labirinto stesso. Ci si perde tra le pieghe del tempo, come se anche chi legge fosse stato avvelenato dalla stessa oscurità che avvolge i personaggi — vittima, come loro, del fascino e della maledizione di quel mondo.

Il ritmo non è sempre costante: ci sono momenti lenti e riflessivi alternati ad altri più intensi e travolgenti, ma proprio questa altalena emotiva rappresenta una delle caratteristiche più affascinanti del romanzo. Ti ritrovi a smarrirti e poi a ritrovarti, proprio come i protagonisti che combattono non solo contro i propri demoni interiori, ma anche contro un destino che li imprigiona nel labirinto.
Will e Brinette vivono il conflitto tra amore e sacrificio, pronti a donarsi l’uno per l’altra, mentre Jean Luc affronta una battaglia silenziosa, fatta di rimorso, dolore e desiderio di redenzione. In fondo, è l’amore — in tutte le sue forme — a guidarli e a dar loro la forza di sfidare persino la “maledizione” che li tiene prigionieri.

In questo secondo volume, la Sabella approfondisce con sensibilità la psicologia dei suoi personaggi, mostrando quanto sia sottile il confine tra luce e oscurità. I nuovi personaggi introdotti ampliano ulteriormente la complessità della trama, ciascuno portando con sé una storia, una ferita e un frammento di verità.

La dimora dei sospiri non è una lettura semplice: è un viaggio denso, emotivo, che chiede attenzione e abbandono. Ma chi accetta di perdersi tra le sue pagine scoprirà un romanzo potente e coraggioso, capace di parlare di amore, colpa e libertà con una voce autentica e profonda.

Se amate le storie intense, le atmosfere gotiche e i personaggi imperfetti ma veri, questo libro vi conquisterà. È la chiusura perfetta di una duologia che osa, emoziona e lascia un segno duraturo.

Una conclusione poetica e visionaria per una saga che sa essere misteriosa, emozionante e sorprendentemente umana.









Commenti