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Recensione: Nonostante tutto di Francesca Vignali Albergotti

Nella devastazione del crollo solo un pezzo della torta si era salvato. Era la parte superiore del dolce, rivestito di glassa lucida. Aveva perso quasi tutte le palline dorate della decorazione originale e ne rimanevano solo alcune. Però si intravedeva al centro della torta, disegnato con una siringa in malo modo e con il bordo frastagliato e irregolare, il contorno di un cuore ancora pieno e grasso, curiosamente scampato alla caduta. 
Dal centro del cuore emergeva una scritta, anche quella storta e poco definita, ma che Gloria riuscì comunque a leggere: "NONOSTANTE TUTTO, VI VOGLIO BENE."


Prezzo: € 16,50
Pagine: 208
Genere: Romanzo
Editore: Fazi Editore
Data di pubblicazione: 24 Settembre 2015

Dodici personaggi per dodici storie: una più appassionante dell'altra, una più cruda dell'altra. Così si apre questo romanzo d'esordio in cui, come in un girotondo, Susy (intrepida ragazza di una certa età) è la moglie di Carlo (un playboy disarmato), che è padre di Leonardo (un uomo che sembra triste, e infatti lo è), che è in cura da Paola (un abile psicologa, purtroppo innamorata di lui), madre di Camilla (la ragazzina alla quale non manca niente) e di Gianmaria (la promessa del calcio) nonché moglie di Edoardo (un ingegnere che funziona) che, a sua volta, ha un'amante, Rebecca (la donna sola), ex fidanzata di Andrea (un uomo pentito), convivente di Irina (una gran bella ragazza), ex amica di Peppe (un uomo ricco che suda tanto), sposato da anni con Gloria (la brava moglie). Un libro vero e amaro che, con occhio lucido e senza pregiudizi, descrive vite apparentemente slegate ma in realtà vicine. Dalle vicende dei protagonisti, il cui ritratto è sempre completato e a volte addirittura ribaltato da quello successivo, a sottolineare l'incomunicabilità e la solitudine del tempo presente, emerge una visione cupa e quasi cinica della vita, anche se a venir fuori, alla fine, è l'idea che "nonostante tutto" ci possa ancora essere speranza e addirittura amore.

Definire come deve essere un buon libro non è mai facile, semplicemente perché le nostre opinioni sarebbero di gran lunga differenti essendo tutti noi esseri pensanti, ma quando ci si trova davanti ad uno di essi riconoscerlo come tale è quasi immediato. Forse un buon libro è quello che ci fa riflettere o magari quello che ci fa ridere o ancora potrebbe esserlo uno in grado di spaventarci, di farci piangere, di emozionarci, e se invece lo fosse quello che non ci fa pensare ad altro, che ci fa estraniare completamente dalla realtà, dimentichi di tutto e tutti? Non so quale sia la risposta giusta, magari tutte o magari nessuna, quello che so, però, è che sicuramente Nonostante tutto non è un buon libro, è qualcosa di più che Francesca Vignali Albergotti è stata in grado di donarci facendoci sussultare, arrabbiare, gioire e battere freneticamente il cuore parola dopo parola.
I personaggi che ci fa conoscere l'autrice sono dodici, donne, uomini e ragazzini, ognuno con la propria vita, più o meno felice e soddisfacente, attanagliata dai soliti problemi, il proprio lavoro, la propria famiglia, le proprie soddisfazioni e i dispiaceri. Alcuni di essi sono tra loro collegati, vuoi perché marito e moglie, vuoi perché genitori e figli, e andando avanti con la lettura si scoprirà ben presto che in realtà tutti sono legati da un filo a loro rimasto invisibile che si paleserà al lettore in tutta la sua franchezza, ma una cosa in particolare accomuna ognuna di queste dodici personalità o meglio, una locuzione: Nonostante tutto. Sì, nonostante tutto quello che fanno o che hanno fatto, quello che pensano o quello che vorrebbero, le loro vite sono così e cambiarle sembra, all'apparenza, impossibile, ma se accadesse qualcosa di inaspettato avrebbero il coraggio di tornare sui propri passi, ammettere le proprie colpe, cominciare ad amarsi realmente, rendersi veramente conto di quello a cui si trovano davanti?

E vivo ogni giorno nascosta dietro la convinzione che forse un amore non vissuto non sia vero amore. E resto sola, con l'amara consapevolezza del vuoto che resta.

Fin dalle prime pagine le particolarità del libro si palesano al lettore, prima fra tutte il modo in cui è stata costruita la storia, o meglio dire, le storie: il libro è suddiviso in due parti, nella prima, Dodici prologhi, l'autrice ci presenta i dodici protagonisti riservando un capitolo ciascuno e mettendone in luce pregi e difetti e la cosa che più mi ha colpita è stata l'aver saputo presentare la stessa situazione sotto due punti di vista differenti facendola risultare completamente differente, ma mai assurda; ciascun personaggio poi ha una sorta di sottotitolo che lo descrive brevemente e devo dire che sono tutti molto originali, ma soprattutto evocativi giacché, nel momento in cui li si leggono, è facile immaginare con che tipo di persona abbiamo a che fare. Nella seconda parte invece, Le cadute, un fatto inimmaginabile sconvolge la famiglia di quattro protagonisti e inevitabilmente e a loro insaputa tutti e dodici si incontreranno, seppur non conoscendosi, almeno non tutti; qui l'autrice è stata molto abile nel narrare uno stesso fatto da più punti di vista ed è stata in grado di fornire al lettore una visione quanto più ampia del tutto.
Molto particolari sono, poi, le relazioni che intercorrono tra i personaggi: Susy, la vecchietta frizzante il cui obiettivo è essenzialmente di mantenersi in forma e bella con metodi poco sani, è la moglie di Carlo, un vecchietto colpito dalla demenza senile impaurito dalla sua Susy e molto tenero; Leonardo, poi, è il figlio di Carlo avuto in un precedente matrimonio ed è un ragazzo che raramente ha conosciuto il significato della parola felicità, e che per questo motivo si è ritrovato in terapia con una psicologa, Paola, moglie e madre che riscopre nel ragazzo un amore che non può essere vissuto; Edoardo, marito della psicologa, è un ingegnere spesso assente a causa del lavoro, ma che mai ha fatto mancare qualcosa alla propria compagna e ai propri figli, Camilla, ragazza alle prese con il disagio che le provoca il proprio corpo, e Gianmaria, un ragazzino spensierato con la passione per il calcio ed un amore infinito per i suoi amici, ormai la sua family. Rebecca lavora saltuariamente con Edoardo, una gran donna in carriera che ha perso di vista, però, l'amore ed il suo compagno Andrea, geometra di stallo al comune che, stanco della vita scialba e piatta con la compagna, decide di dare una scossa alla vita stessa con Irina, ragazza ucraina che ha sempre sognato l'Italia, un amore vero e un uomo che si prendesse cura di lei. Peppe, poi, è un uomo ricco, deciso ad onorare il padre, grazie al quale si è potuto permettere la vita agiata che conduce, sposato con Gloria, sua fidanzata storica, ma senza figli, e la donna che, tra tutte, si rivelerà essere quella più saggia. Come vedete un filo collega tutti e dodici i protagonisti e non credo sia stato semplice costruire una storia simile, ma l'autrice è riuscita magistralmente nell'impresa.
Le tematiche trattate sono molteplici ed ognuna è importante è modo suo: subito salta all'occhio del lettore la visione che tutti hanno della vita, una visione del tutto cinica in cui la felicità non è altro che pura utopia, una vita cupa in cui nonostante tutti i sacrifici che si fanno non potrà mai dare pienamente grandi soddisfazioni, ma che, alla fine, anche un piccolo gesto, un minimo comportamento, può cambiare infondendo in essi quel briciolo di speranza di cui si ciba giornalmente l'essere umano accendendogli nuovamente la voglia di vivere; l'Amore, poi, non manca certamente e viene preso in considerazione in tutte le sue forme e in tutta la sua forza, quell'amore in grado di creare vita, quello in grado di distruggere anni e anni passati insieme in un solo attimo, ma anche quello che, nonostante tutto, non se ne andrà mai, quello che fa sì che la persona amata ci sia sempre e comunque, quello in grado di riaccendere speranza, gioia e vita; infine, anche il Dolore viene affrontato e devo dire che in questo caso l'autrice è stata molto delicata nel mettere in luce il senso di inadeguatezza che attanaglia la giovane Camilla o il senso di solitudine di Gloria o ancora il dolore che provoca la consapevolezza di non poter vivere l'amore che si vorrebbe di Paolo. Molte altre piccole tematiche vengono affrontate nel corso del libro e l'autrice è stata davvero molto abile nel racchiudere tutto in poco più di duecento pagine senza sembrare banale, frettolosa o noiosa.
Lo stile risulta molto scorrevole, di semplice comprensione ed ogni volta molto adatto all'io narrante e anche grazie a questo il lettore si ritroverà a leggere pagine e pagine senza riuscire a fermarsi per tirare il fiato, completamente rapito da queste dodici storie tanto diverse ma tanto simili tra loro.
Con grande intelligenza Francesca Vignali Albergotti ha saputo creare un libro unico, originale, ben costruito, ma soprattutto emozionante, forte e profondo, un mix perfetto per un esordio altrettanto perfetto.

valutazione 5

Commenti

  1. Molto interessante questo! Non lo conoscevo :)

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  2. Davvero interessante :) lo avevo già adocchiato :)

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  3. No ma la trama e bellissima, lo devo assolutamente leggere, e dalla recensione ho molta più curiosità

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  4. Avevo già letto la trama, e mi aveva attirata molto! Penso proprio che sia da leggere :)

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