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Recensione: Avevamo ragione noi - Storie di ragazzi a Genova 2001 di Domenico Mungo


Prezzo: € 13,00
Pagine: 256
Genere: Narrativa
Editore: eris edizioni
Data di pubblicazione: 28 Giugno 2016

Genova 2001. G8. Un ragazzo riprende gli scontri con una telecamera, non si rende conto di quanto è vicino sino a quando la prima manganellata lo colpisce. Un altro ragazzo urla rabbioso sotto un cielo pregno di lacrimogeni, lanciando pietre contro il fumo di un blindato in fiamme. Un’infermiera assiste impotente alla mattanza nelle celle di Bolzaneto. Il romanzo di Domenico Mungo, un episodio dopo l’altro, ripercorre a ritroso le giornate del G8, dalla macelleria della Diaz al primo giorno, quando un corteo colorato e festoso dava il via a un contro-vertice di persone convinte delle proprie ragioni e niente di tutto quello che è successo sembrava possibile. E poi l’incubo: le urla che si confondono con l’eco dei manganelli che battono contro gli scudi, un morto ammazzato e la furia cieca di chi non lo potrà mai accettare. Avevamo ragione noi racconta il trauma collettivo e i sogni infranti di una generazione che dopo quelle giornate non è stata più la stessa, con le emozioni e il terrore di chi in quei giorni c’era e non potrà mai più dimenticare.

Ogni Paese ha una propria storia personale interna, una storia fatta di conquiste, possedimenti, traguardi importanti raggiunti, ricchezza da una parte e povertà dall'altra, una storia di guerre civili, di fazioni che vogliono imporre il proprio credo, la propria ideologia ed il proprio punto di vista a tutti i costi, di vittime, morti, mattanze e sangue che scorre di un colore rosso così intenso da pensare, addirittura, che possa essere finto. L'Italia è stata, negli anni, tutto questo, ed è questo che continuerà ad essere, e le vicende di Genova del 2001 di cui, purtroppo, la nostra patria si è resa protagonista, ne sono l'esempio perfetto. In Avevamo ragione noi Domenico Mungo ripercorre attimi e scorci di un evento che è passato alla storia per il motivo sbagliato. 

Siamo nel 2001 e per Genova è una delle annate più importanti: il capoluogo ligure, infatti, a Luglio sarà la vetrina del mondo ed il suo suolo ospiterà la ventisettesima edizione del G8 un forum politico che vede protagonisti i ministri dei Paesi più ricchi a livello economico. Tutto è pronto, le misure di sicurezza sono state disposte e nonostante le paure l'Italia si sente all'altezza del compito. Ma qualcosa non va come dovrebbe e quelli che dovevano essere giorni pacifici di cortei e proteste simbolo dei diritti dei cittadini si trasformano presto in repressione e sangue, e seminare il terrore sono proprio quei corpi che avrebbero dovuto garantire la sicurezza ad ogni essere umano. Domenica Mungo racconta quei momenti indimenticabili grazie agli occhi di chi la paura l'ha vissuta in prima persona, da chi è ancora tormentato da immagini raccapriccianti e di chi, nonostante tutto, crede ancora nell'umanità.



Fin dalle prime pagine, e già dall'introduzione, il lettore riesce a percepire l'atmosfera pesante, cupa e pregna di dolore che aleggia sull'intero romanzo e che, soprattutto, nel corso della lettura riuscirà a penetrargli nell'anima facendogli sentire in tutto e per tutto la paura e l'ansia che solo la drammaticità di una situazione simile può generare. Proprio per questo motivo affrontare questo libro non è stato facile per nulla, ne percepivo il peso e l'importanza, ma non potevo semplicemente chiuderlo e dedicarmi ad altro, sentivo la necessità di continuare a leggere, a conoscere e ad arricchirmi, di cercare di capire di più quel mondo che ho sempre vissuto troppo lontano, senza spirito critico e con troppa superficialità.

Ad ampliare questa sensazione di imponenza troviamo una struttura del romanzo molto particolare e molto efficace dal punto di vista narrativo le voci narranti sono differenti, sempre diverse, e ogni capitolo porta il nome di una delle otto nazioni protagoniste dell'evento politico come a voler sottolineare, in qualche modo, quanto ogni singolo partecipe sia stato influente in tutte le vicende. Alcuni Interludi, come fosse una strana melodia, vanno ad alternarsi ai classici capitoli facendo assistere il lettore ad altri scorci di vita traboccanti sorpresa, smarrimento e delusione, e questi così come i capitoli hanno una propria colonna sonora, una canzone da cui farsi cullare e assistere durante la lettura che si dimostra essere un'esperienza unica ed interessante per quanto faccia male al cuore. Il tutto viene impreziosito da alcune illustrazioni molto semplici, ma molto evocative, rappresentazioni di piccoli scorci che riescono a trasmettere nel lettore tutte quelle emozioni che le parole non sono in grado di dare.

Le tematiche che Domenico Mungo affronta attraverso queste testimonianze non possono certamente passare inosservate: la lotta dei cittadini per i proprio diritti, il problema della violenza la cui fonte è proprio chi, in realtà, dovrebbe proteggerci, una politica che non è in grado di difendere e assicurare serenità al suo popolo che con la minima speranza di vedere anche solo l'ombra di un cambiamento si dirige alle urne e la elegge, un rinato razzismo che non potrà che portare scompiglio e generare problemi, la paura della globalizzazione e quella strana opprimente sensazione che dell'umanità vera, con un cuore, un'anima e dei sentimenti non esista più da tempo. 

Le riflessioni a cui tutto questo porta sono molteplici, alla fine del libro ci si sente stanchi, saturi e provati, si alza la testa e si guarda il mondo in modo differente, ci si chiede perché, ci si chiede come e ci si rende conto che, forse, dal 2001 non molti passi avanti sono stati fatti. All'epoca dei fatti ero poco più di una bambina e Avevamo ragione noi mi ha spinto a cercare altro, ad informarmi con coscienza, ad andare al di sotto della superficialità e tutt'ora, a lettura conclusa, ne sento il peso e al contempo ne percepisco l'importanza, ed è proprio per questo che ognuno di voi dovrebbe avere questo libro tra le mani, affrontarlo con forza e cognizione di causa, farsi sommergere dalla durezza delle sue parole, ma esserne grato per ogni singola lacrima.

Commenti

  1. Anche io a quel tempo ero piccolo, credo fortemente che un libro del genere debba essere letto da tutti. Le tematiche sono abbastanza forte anche oggi, e magari dovremmo veramente cambiare qualcosa, e non solo con le parole belle che ci promettiamo di mantenere. complimenti per la recensione

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  2. Io c'ero, Genova è la mia città e mio fratello era là insieme a chi pacificamente protestava in corteo... Ricordo, la paura, le lacrime, il dolore e soprattutto la rabbia. Grazie Vale e soprattutto grazie Domenico Mungo e Eris edizioni.

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