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Recensione: In fondo al tunnel di John Skipp e Craig Spector


Prezzo: € 16,90
Ebook: € 4,99
Pagine: 352
Genere: Horror
Editore: Fanucci
Data di pubblicazione: 25 Agosto 2016

Una serie di omicidi tinge di rosso i tunnel della metropolitana di New York. Crimini efferati, che sfuggono a ogni tentativo di comprensione: nessun movente, nessuna logica, nessuna pista da seguire. I giornali, impegnati a diffondere il terrore nella città con i loro titoli tetri e altisonanti, parlano di un feroce serial killer. La polizia, al lavoro per scongiurare altre morti, non può permettere che la città cada in preda a un isterismo di massa. Sono in pochi a conoscere la verità, una storia di terrore e morte scritta con il sangue. Rudy, un artista punk, svanisce nei tunnel della metropolitana, in una notte in cui qualcuno – o qualcosa – lo trascina nelle tenebre. Ora è tornato, ma qualcosa in lui è cambiato. A guidarlo è una rabbia inestinguibile e un desiderio di sangue e vendetta che nessuno sembra in grado di fermare, e che si diffonde come un’epidemia. Chi avrà il coraggio di scendere in quell'oscurità senza ritorno, in quella dimora avvolta dalle tenebre senza fine, dove tutto ciò che è umano sembra non avere più possibilità di esistere?

Con alcuni libri si instaura un legame ancor prima di averli iniziati a leggere ed è difficile spiegare come ciò sia possibile, è una sensazione molto simile al sentirsi attratti in modo quasi ancestrale da una storia, e forse molto più di tutto questo. Con In fondo al tunnel le sensazioni che mi hanno pervasa fin dalla prima volta che ho messo gli occhi sulla sua copertina sono andate anche al di là di questo e non leggerlo, questa volta più di altre, è stato assolutamente impossibile. John Skipp e Craig Spector mi hanno regalato una lettura unica e una storia incredibilmente accattivante in cui ansie e paure si alternano senza concedere un attimo di tregua.

La città di New York è ormai in subbuglio dopo il ritrovamento di otto cadaveri nei vagoni della metropolitana diretta verso la punta meridionale dell'isola di Manhattan. La scena che si presenta davanti agli occhi dell'agente Brenner, però, ha qualcosa di incredibilmente strano: non ci sono segni di lotta, ma soprattutto non c'è quella quantità di sangue che un omicidio plurimo simile farebbe immaginare. Chi è il mostro che si è macchiato di un delitto così impetuoso, crudele ed efferato? La caccia all'uomo è ufficialmente cominciata e con essa altri misteriosi omicidi e molteplici sparizioni altrettanto inspiegabili, di cui una in particolare affligge Stephen: l'amico artista Rudy, infatti, avrebbe dovuto raggiungerlo nella sua abitazione la sera stessa della carneficina, ma a prendere quel meritato caffè non è mai arrivato. Contemporaneamente Joseph Hunter, fattorino della Your Kind of Messangers, Inch, seppur terrorizzato come il resto della città, vuole vederci chiaro: cosa sta succedendo in città? Chi sta mietendo vittime senza remore macchiandosi di tanto sangue umano? Insieme ad una squadra del tutto eterogenea ed estremamente particolare, Joseph scoprirà la verità e farà luce sulla creatura che sta seminando panico a New York: riuscirà ad escogitare un piano sufficientemente efficace per riportare la città alla normalità? In uno Stato che sta andando ormai alla deriva, creature orripilanti si stanno facendo strada con un unico obiettivo: placare la propria sete. Sarà compito di Joseph mettere la parola Fine.

Fin dalle prime pagine il lettore si sentirà immerso in un mondo cupo, impervio e desolato, pervaso dalla voglia di continuare a leggere, scoprirne di più e svelare la verità e dall'angoscia e dalla paura che solo una storia simile è in grado di generare. Skipp e Spector, infatti, si rivelano fin da subito due ottimi narratori capaci di catturare non solo l'attenzione, ma anche la curiosità del loro pubblico, attirandolo in una spirale di emozioni e sensazioni uniche che non gli permetteranno di staccare gli occhi da una storia che, inevitabilmente, gli scorrerà sotto la pelle, gli segnerà l'anima e gli lascerà un'impronta indelebile sul cuore. Il tono che gli autori hanno voluto dare alla storia si palesa, inoltre, fin dall'Epilogo quando la scena principe viene descritta fin nei minimi dettagli: l'elemento che caratterizza l'Horror e quello che identifica lo Splatter divengono ben presto i protagonisti della vicenda arricchendo il libro di descrizioni vivide, situate al confine tra realtà e fantasia, che permetteranno al lettore di figurarsi davanti agli occhi, senza alcuna fatica, le immagini e gli odori che ogni singola scena gli regalerà.

La trama viene sviluppata in modo eccellente: con la giusta carica di adrenalina, gli autori portano il lettore tra le impervie strade notturne della cittadina americana facendogli sentire sulla pelle ogni alito di vento, ogni brivido sulla schiena, ogni goccia di sudore dettata dalla paura. Gli eventi si susseguono ad un ritmo veloce ed incalzante tanto da dare la sensazione, al lettore, di avere tutti i protagonisti alle calcagna in una corsa crudele contro il tempo per aver salva la vita.

Elemento che va ad arricchire ancor di più il romanzo è, poi, quello fantastico: qui, infatti, viene ripresa una figura leggendaria che negli anni ci è stata riproposta nelle più svariate forme e con le più diverse tecniche, quella del Vampiro che in questo caso diventa un simbolo di originalità. Sebbene venga ripresa la sua classica figura, e quindi la sua grande forza, la sua intolleranza alla luce solare, all'acqua benedetta e la sua debolezza verso le croci, i due autori introducono anche delle caratteristiche che lo differenziano rispetto ad altri, una fra tutte la sua trasformazione in ratto piuttosto che in pipistrello. Anche in questo caso possiamo notare che le note differenti che Skipp e Spector hanno aggiunto hanno un qualcosa di cupo, raccapricciante e pericoloso, caratteristiche principali dell'intero romanzo. Allo stesso modo, i rimandi letterari che ho ritrovato al suo interno si rifanno a quelli che sono i maestri dell'Horror della nostra letteratura: King direttamente e Stoker indirettamente, infatti, vengono citati dagli scrittori e non a caso io, personalmente, mentre leggevo ho ripensato più volte a come le atmosfere mi ricordassero quelle create dal primo in alcuni dei suoi romanzi.

Il finale, dopo le innumerevoli morti a cui ho assistito nel corso della lettura, mi ha in parte spiazzata, e con questo non voglio certo dire che non mi sia piaciuto, al contrario ho trovato la scena finale particolarmente toccante, ma è arrivata del tutto inaspettata: quello che mi aspettavo era un finale senza il piccolo happy end, un capitolo al cardiopalma da cui sarei rimasta sorpresa e per cui mi sarei arrabbiata, ma così non è stato e, forse, ripensandoci, è stato decisamente meglio così. Il tutto viene incorniciato da uno stile scorrevole, fluido ed incredibilmente tagliente che non potrà non essere apprezzato!

Quella di In fondo al tunnel è stata una lettura che mi ha vista completamente partecipe, una di quelle che ci si sente sulla pelle, che non si riesce ad abbandonare, una di quelle, semplicemente, che resterà sempre nel cuore.

Commenti

  1. Di fronte a una recensione del genere non posso far altro se non inchinarmi. Complimenti!

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  2. No io non so più come fare, ormai grazie a te Vale la mia Wl sta diventando chilometrica, ed ovviamente se Aleks si inchina a te io ti costruirò un tempio dedicato a te, ma come fai a convincermi sempre? Prova a scrivere un libro *_*. A parte gli scherzi il libro lo trovo magnifico, un Horror mozzafiato e mi piace anche questa nuova forma del Vampiro. Due autori hanno saputo creare una bellissima storia.

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    1. Un tempio? Ahah esagerato! <3 e povero portafogli! Comunque, è tutto merito del libro, è a dir poco fantastico, Skipp e Spector hanno dato vita ad un piccolo capolavoro che non mi scorderò mai! *-*

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