LE NOSTRE RECENSIONI


Incontro con l'Autore: Romano De Marco


Ciao a tutti Lettori Meravigliosi e ben trovati! :)

Quest'oggi riprendo in mano una Rubrica che mi mancava da tempo, soprattutto per le meravigliose esperienze che essa comporta: in queste ultime settimane, infatti, mi sono buttata a capofitto nella lettura per riuscire a presenziare il più possibile ai tanti incontri che le mie due città, Ferrara e Bologna, offrono, per cui preparatevi ad altri interessanti resoconti simili a questo! In ordine di tempo, il primo incontro di Febbraio si è tenuto alla Libreria Feltrinelli di Ferrara ed ospite è stato un autore italiano davvero molto promettente e che sicuramente molti di voi conosceranno: Romano De Marco il 16 Febbraio ha presentato il suo ultimo romanzo, il settimo, uscito per Piemme nel primo mese dell'anno, L'uomo di casa.

A dialogare con l'autore vi era Alberto Amorelli, rappresentante di uno dei Festival più ricchi ed interessanti circa la letteratura Gialla e Thriller che si tiene ogni anno a Ferrara nel mese di Novembre, che ha colto subito nel segno ponendo l'accento su un aspetto particolare ed essenziale del romanzo di Romano De Marco: rispetto ai precedenti libri, "L'uomo di casa" presenta un'ambientazione del tutto differente, un cosmo decisamente più vasto dietro al quale si cela un lavoro ed uno studio notevoli, la cui necessità è stata dettata da un fine ben preciso che l'autore voleva e vuole tutt'ora perseguire: creando discontinuità con i romanzi precedenti ed accogliendo un approccio totalmente nuovo allo stesso, De Marco voleva attirare verso di sé un numero molto più ampio di lettori, mettendosi totalmente in gioco con un genere che, ammettiamolo, in questi ultimi tempi sta andando per la maggiore. La scelta dell'America, dunque, deve essere riletta sotto questa chiave di lettura, ma quello che più colpisce di tutto ciò è la cura con cui sono stati resi gli ambienti e tutti i suoi dettagli grazie alla conoscenza che di essi l'autore stesso possiede, senza la quale, spiega, per una forma di onestà nei confronti dei lettori, non vi si sarebbe neanche approcciato.

Per quanto riguarda le vicende che si susseguono, poi, è stato posto l'accento sulla loro complessità dal punto di vista temporale: il romanzo, infatti, si apre nel 1979 con un cosiddetto cold case, un caso rimasto irrisolto e un crimine già compiuto, che offre all'autore l'espediente giusto per dare voce a ciò che realmente voleva raccontare, ossia le conseguenze che il crimine stesso fa ricadere su chi ad esso è sfuggito; subito dopo, però, la narrazione precipita al presente con la sua protagonista indiscussa, Sandra, che dovrà fare i conti con ciò che le si trasforma davanti agli occhi, con la sua nuova vita e con lo sgretolarsi di quelle che credeva fossero incrollabili certezze. Le due storie apparentemente non sono destinate ad incrociarsi, ma è proprio qui che le doti narrative dell'autore spiccano il volo catturando il lettore senza condizione alcuna: e se invece i due scarti temporali fossero destinanti a collidere?

Parlando della protagonista, inoltre, si è voluto mettere in qualche modo in risalto l'universo femminile: Sandra Morrison, la vera protagonista del romanzo, è una donna decisamente differente se posta a confronto con il detective Gina Cardena, introdotta nell'incipit del romanzo, ma ciò che le accomuna è sicuramente il carattere forte, nonostante le grandi e normali debolezze umane da cui vengono assalite, che le contraddistingue e con il quale Romano De Marco ha voluto combattere, a modo suo, e giocare con i classici stereotipi che ormai sono più che radicati all'interno della nostra società, a partire dal titolo stesso dell'opera, "L'uomo di casa". A questo punto però la domanda che tutti ci siamo fatti e a cui Alberto Amorelli ha dato voce è nata spontaneamente: "Hai incontrato difficoltà nel tratteggiare i personaggi femminili?" La risposta è arrivata immediatamente e con essa l'autore è riuscito a racchiudere, in poche parole, mesi di lavoro che, com'era chiaro dal suo viso, l'hanno reso soddisfatto della sua opera: "La difficoltà è aumentata proprio a causa della presenza di personaggi di genere femminile, ma questo mi ha permesso di svolgere uno studio molto più approfondito di cui ho necessitato per entrare pienamente nella psicologia dei miei personaggi." E credetemi se vi dico che questa difficoltà, da lettrice, non si percepisce: Sandra Morrison è delineata alla perfezione. Si è passati, poi, ad analizzare un altro importante aspetto del romanzo che ha messo ancora più in evidenza la grande personalità dell'autore: così come De Marco si è dovuto calare nella psicologia dei personaggi positivi, gli è stato chiesto come ci sia riuscito per i personaggi negativi, per chi, per intenderci, i crimini li ha commessi, ed egli qui ha voluto sottolineare come, in realtà, il punto risieda in altro poiché più che cercare di comprendere la mente del colpevole e rischiare così di andare a giustificarlo, ciò che ha voluto fare è stato semplicemente creare a quest'ultimo un passato ed un contesto storico in cui agire ("Il male non deve essere spiegato, fa parte dell'uomo"). Non meno importanti sono, inoltre, i personaggi che ormai tutti siamo abituati a definire secondari, ma che in realtà costituiscono un valore in più in ogni romanzo: soprattutto ne "L'uomo di casa" questo loro rilievo spicca più splendente che mai grazie alla puntuale caratterizzazione che l'autore ne fa riuscendone, anche in poche righe, a tratteggiare alla perfezione la vita rendendolo assolutamente credibile.

Circa il ritmo l'autore ha cercato di seguire la maggior parte dei suoi precedenti romanzi e allo stesso modo ha cercato di perseguire uno dei suoi più grandi obiettivi, quello di spingere il lettore a leggere ininterrottamente decine e decine di pagine senza stancarsi mai anche grazie ad un tipo di scrittura ed uno stile molto semplici, ma incredibilmente accattivanti, elemento essenziale, e lo sappiamo molto bene, per catturare il lettore e per indurlo a spingersi fino in fondo nella lettura. Proseguendo nella lettura, poi, diviene evidente un altro curioso aspetto che, a mio avviso, riesce a dare al libro, decisamente, un valore in più: in esso, infatti, traspaiono molte passioni e alcuni interessi di Romano De Marco, come quello per le serie televisive o quella per i fumetti, e questi particolari, spiega lui stesso, "raccontano quello che sono io davvero, non si può prescindere da ciò che si è, soprattutto quando si scrive un romanzo." Infine, essendo De Marco anche autore di racconti gli è stata posta un'interessante domanda circa questo mondo che sempre di più ultimamente sta facendo parlare di sé ed è stato sottolineato come effettivamente esso richieda un approccio differente: lo spazio che il racconto concede è notevolmente diverso rispetto a quello del romanzo, il respiro stesso necessita una grande differenziazione, "il racconto deve essere fulminante".

Se avevate ancora qualche dubbio circa l'acquisto di questo nuovissimo ed entusiasmante Thriller italiano, questa bella chiacchierata, ne sono del tutto certa, lo dissiperà! Io spero di avervi piacevolmente intrattenuti e vi do appuntamento ai prossimi giorni per un nuovo resoconto :)

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