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Recensione: Questo canto selvaggio di Victoria Shwab


Prezzo: € 18,00
E-book: € 9,99
Pagine: 400
Editore: Giunti Y
Genere: Urban Fantasy YA


Verity City è stato per anni teatro di micidi e violenza, al punto che ogni atto di violenza ha generato tre diversi tipi di demoni che si nutrono di esseri umani: i Corsai e i Malchai, avidi di carne e sangue umani, e i Sunai, più potenti, che come implacabili angeli vendicatori con il loro canto seducente catturano e divorano l'anima di chi si sia macchiato di gravi crimini. la città ora è divisa da una barriera: a sud Flynn, che ha adottato tre Sunai e combatte per aiutare la popolazione; a nord Harker, un uomo malvagio e calcolatore, che si fa pagare per proteggere la popolazione e che comanda Corsai e Malchai. August è il Sunai più giovane, ha più o meno l'età di Kate, la figlia di Harker: i due si incontrano a scuola, fanno amicizia e alla fine si ritrovano a scappare da un nemico comune, per poi fare entrambi una scoperta sconvolgente...

Finalmente un nome nuovo in libreria, un nome di cui ho sentito parlare tantissimo e di cui spero si continuino a pubblicare i libri in Italia: Victoria Shwab. 
Questo canto selvaggio è una novità in tutti i sensi, la stessa trama è originale, nuova e accattivante, la Shwab ha preso temi attuali come la violenza e li ha trasformati in un libro, facendoli diventare una storia coinvolgente, dai tratti scuri e un po' macabri, in cui l'unico raggio di sole è dato da August e Kate.
I due protagonisti sono due giovani adolescenti che non sanno quale sia il loro posto nel mondo: August è per natura un mostro, ha sembianze umane, ma deve pur sempre nutrirsi di anime per sopravvivere, per non cedere, per lui la musica ha un richiamo irresistibile, anche se è sinonimo di morte; Kate cerca da sempre di essere all'altezza del padre, vuole dimostrargli di esser degna di esser sua figlia, ma per quanto si impegni c'è sempre qualcosa che non va e alla fine capirà la triste realtà...
I due protagonisti sono così diversi tra loro ma anche così simili, tutto ruota intorno a loro, sono i loro punti di vista quelli che raccontano la storia al lettore, anche se tutto viene narrato in terza persona, narrazione che da maggior peso ad una storia tanto macabra quanto dolce.Due punti di vista differenti, due fazioni, due famiglie e il lettore vede così le due zone della città, i mostri che perseguitano la popolazione e fino a che punto la malvagità ha macchiato gli esseri umani.
Nei vari capitoli informazioni anche su ciò che ha portato alla nascita dei mostri e alla divisione della città, i luoghi in cui vivono i protagonisti e le persone che frequentano sono descritti con cura, nulla viene tralasciato e tutto risulta più vero, meno distaccato ed è percepibile anche il senso di inquietudine di August e Kate.
La Shwab ci regala un Urban Fantasy d'eccezione, punta tutto sui due protagonisti, sui loro affetti più cari come la famiglia e li lega da un sentimento semplice, puro basato sull'amicizia, un affetto nuovo per entrambi che, per motivi differenti, non hanno mai instaurato nessun tipo di rapporto con persone esterne alla loro famiglia.
Il linguaggio e lo stile non sono semplici e all'inizio non rendono facile la lettura, ma l'autrice sa come catturare il lettore, coinvolgendolo, incuriosendolo e portandolo ad appassionarsi alla storia, finendo per leggerla tutta d'un fiato, senza distrazioni e con avidità.
Questo canto selvaggio è stata una vera scoperta, trattandosi del primo volume di una serie è molto introduttivo e mi ha lasciato con un senso di incompletezza che immagino verrà spazzato via dal prossimo volume.








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