LE NOSTRE RECENSIONI


Recensione: Stranieri su un molo di Tash Aw

STRANIERI SU UN MOLO

STRANIERI SU UN MOLO
di Tash Aw

Prezzo: € 12,00| Ebook: € 5,99 |
Pagine: 96 | Genere: Saggio |
Editore: add Editore| Data di pubblicazione: 6 Aprile 2017 

TRAMA

In questo breve saggio, Tash Aw accompagna il lettore in un tour guidato del proprio terreno più intimo: la sua faccia. La vitalità culturale dell’Asia moderna è riflessa nel suo stesso volto, il tono cangiante della sua pelle e i suoi lineamenti riflettono una complicata storia familiare fatta di migrazione e adattamento. Gli stranieri, smarriti su un molo, sono i nonni dopo l’insidioso viaggio in barca per fuggire dalla Cina verso la Malesia negli anni Venti. Dal porto di Singapore, a una corsa in taxi nella Bangkok di oggi, a un’abbuffata da Kentucky Fried Chicken nella Kuala Lumpur degli anni Ottanta, Aw tesse storie di inclusione ed esclusione, tra scenari che saltano da villaggi rurali a club notturni e una varietà vertiginosa di lingue, dialetti e slang, per creare un ritratto sorprendentemente intricato e vivido di un luogo stretto tra il futuro in rapido avvicinamento e un passato che non si lascia andare.

IL NOSTRO PENSIERO SUL LIBRO

Ci sono libri che entrano a far parte delle nostre vite per un nostro specifico desiderio, altri, invece, vi sfilano davanti senza, di fatto, lasciare un segno nitido sulla pelle, poi ci sono quelli inaspettati, quelli che non siamo mai andati a cercare, ma che a modo loro sono riusciti a trovarci, quelli che ad un primo sguardo non ci hanno colpiti, ma che si sono rivelati essere custodi di un tesoro inimmaginabile, quelli come Stranieri su un molo, un breve saggio in cui Tash Aw, autore formidabile, racconta la storia della sua famiglia, tra migrazione, adattamento, identità, speranze e paure, facendo della propria sensibilità e semplicità i suoi punti di forza. 

Stranieri in cerca di un luogo in cui ricominciare a vivere, uomini e donne alla ricerca di una casa in cui costruire le fondamenta per dare vita ad una nuova generazione: ecco chi Tash Aw ha rinominato Stranieri su un molo, proprio cominciando dai suoi nonni, dalla loro dipartita fino ad arrivare a raccontare la loro storia personale facendo luce su uno dei fenomeni più discussi degli ultimi tempi, la Migrazione. Attraverso gli occhi di chi vuole formare nuove tradizioni e di chi vi si trova, nolente o volente, nel calore del suo abbraccio, il lettore si ritroverà davanti a denunce sociali, alla nozione di adattamento e di diversità, di società e soprattutto di identità, persa e ritrovata nel corso dei viaggi tra villaggi rurali, club notturni e una varietà di idiomi assolutamente sorprendente. Lo straniero, in fondo, è davvero così diverso da noi?



Spesso, quando mi accorgo che spiegare da dove vengo e chi sono risulterebbe troppo complicato, rinuncio. A volte fingo semplicemente di essere ciò che gli altri credono, qualunque cosa sia. A volte sono di Shanghai. A volte sono di Taiwan. A volte sono musulmano (perché sono malese). Se parlassi giapponese, quasi quasi sarei di Kyoto. I templi, i sakura: un retroscena così pittoresco.


Nonostante la sua brevità, Stranieri su un molo riesce a trasmettere, fin dalle prime pagine, quell'intimità dolce, delicata e profonda che ogni famiglia custodisce gelosamente senza mai risultare invadente e mostrando, in ogni singola parola, un rispetto che oserei definire quasi viscerale e per certi versi poetico. Attraverso di essa Tash Aw rivive quelli che sono state le più grandi difficoltà di adattamento dei suoi nonni prima, dei suoi genitori e le proprie dopo, con una precisione tale da riuscire non solo a coinvolgere il lettore in scene di vita divenute, purtroppo, quotidiane, ma soprattutto a far nascere in lui una consapevolezza diversa, più matura e più forte su una tematica sottovalutata e trattata per fin troppo tempo con una rozza superficialità: mettersi, in qualche modo, nei panni di quelli che l'autore stesso definisce stranieri e provare anche solo ad immaginare, per qualche minuto, di essere lui stesso uno di essi non sarà affatto difficile, molto di più lo sarà, invece, prendere coscienza del fatto che, a tutti gli effetti, ognuno di noi, un giorno forse non troppo lontano, potrebbe diventarlo. 


Tali e quali a me. Forse non ha a che fare con le nostre facce, ma con il nostro desiderio che tutti ci somigliano. Vogliamo che lo straniero sia uno di noi, qualcuno che possiamo capire.

La grande abilità narrativa del giovane autore, infatti, risiede proprio in questo, nel sapere narrare una storia non fine a se stessa e nel saper illustrare al suo vasto pubblico, con la sensibilità e con la consapevolezza che lo contraddistinguono, temi, idee e concetti nell'unico modo veramente possibile: attraverso quella componente umana che sta andando via via disperdendosi. Stranieri su un molo, però, oltre a tutto questo, riesce ad ergersi al di sopra della mera (e difficile) denuncia sociale regalando acute descrizioni di paesaggi che in fondo così troppo lontani non sono e spaccati di vita vera dotati di una forza emozionale senza eguali.

Infine, non posso non fare i complimenti alla Casa Editrice per aver arricchito il volume con una piccola, ma importante intervista all'autore che si dimostra, ancora una volta, un attento osservatore della dinamicità della razza umana e della staticità di quelle politiche che pretendono di assurgersi a salvatrici dell'intero globo.



Commenti