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[Popcorn e..] Recensione: Black Mirror - Prima Stagione (e lo sconvolgimento psicologico).


Buongiorno Lettori Meravigliosi e ben trovati! 

Tra i miei buoni propositi riguardanti il blog quest’anno ce n’è uno in particolare che mi sta molto a cuore: riprendere con costanza la Rubrica dedicata alle Serie Tv e ai Film, mondo in cui, sapete perfettamente, amo rifugiarmi da tempo. Non ho mai perso, di fatto, la voglia di mantenere attiva questa piccola parte di me, ma quella che mi è sempre mancata, in questo ambito, è stata la costanza, che per un motivo o per un altro, è spesso venuta meno. Da oggi, però, spero di riuscire a cambiare le cose, anche grazie ad un’agenda particolarmente piena che mi ricorderà, costantemente, i miei compiti. 

Ma con quale serie partire? Fino a qualche giorno fa non sarei stata in grado di rispondermi, ho guardato così tanti episodi in questi mesi che non mi basterebbe un anno intero davanti al computer per riuscire a parlarvi di tutto, però, la sera del primo gennaio ha bussato alla mia porta BLACK MIRROR, show che probabilmente molti di voi conoscono, ma a cui io mi sono approcciata solo adesso, e tutto mi è divenuto più chiaro. Black Mirror è LA serie tv di cui non posso assolutamente non parlare. 



Andiamo con ordine. Di cosa parla Black Mirror? Molto sinteticamente potrei dirvi che ogni puntata ha come vera protagonista l’esasperazione della tecnologia, con conseguenze imprevedibili al suo seguito, ma questo in effetti non renderebbe alla perfezione la vera essenza della serie nella sua completezza. Facciamo un passo indietro. Leggendo o guardando un’opera di finzione, quante volte vi siete chiesti: “E se fosse tutto vero? Come mi comporterei io se tutto questo stesse accadendo veramente, se fosse parte del mio mondo?”. Bene, con Black Mirror queste domande saranno le prime che vi porrete e le prime da cui vorrete rifuggire. Perché? Semplice. Niente di quello che andrete a vedere vi sembrerà davvero così lontano dalla realtà e tutto, ogni singolo dettaglio, provocherà in voi uno stato di ansia e di angoscia tale da cominciare a farvi analizzare ciò che vi circonda in modo decisamente diverso, con uno sguardo più attento ed incline, in fondo, alla preoccupazione. Se pensate che io stia esagerando vi sfido a guardare anche solo la prima puntata della serie e a rimanerne impassibili. 

L’impatto psicologico di Black Mirror è, quindi, particolarmente intenso e pressante e nonostante la brevità della Prima Stagione, che conta solo tre episodi di diverse durate (circa 45 minuti il primo, un’ora il secondo e 50 minuti il terzo) e sconnessi tra loro, la serie riesce ad imprimere nella mente del suo spettatore quella sensazione pungente di timore che gli rimarrà addosso per le settimane seguenti (e forse non solo) e che, di fatto, lo destabilizzerà. 

Nel primo episodio protagonista è un video e una delle piattaforme più utilizzate negli ultimi anni, YouTube, tramite la quale un soggetto, trincerato dietro la propria anonimia, si dimostra in grado di rapire la principessa Susannah e di mandare un messaggio al Primo Ministro in persona con una richiesta particolarmente umiliante per lo stesso come prezzo per la liberazione della ragazza. Le conseguenze saranno, per tutti, incredibilmente pesanti. Di altro tenore è, invece, il secondo episodio, in cui si viene catapultati in un futuro non troppo lontano in cui la tecnologia ha, di fatto, rimpiazzato qualsiasi cosa, un mondo in cui gli esseri umani vivono barricati in una sorta di prigione dove per guadagnarsi da vivere occorre pedalare, costantemente, su una cyclette: solo in questo modo è possibile guadagnare i punti necessari per cibarsi, lavarsi, divertirsi. Esseri umani come automi, completamente assoggettati ad una tecnologia padrona anche del più piccolo bisogno umano e sociale, ma può davvero funzionare tutto? Infine, nel terzo episodio si assiste ad una progressione tecnologica decisamente più plausibile: grazie ad un microchip impiantato dietro l’orecchio è possibile, infatti, rivivere ogni ricordo passato, recuperandolo dalla memoria e riproducendolo o nella propria mente, mantenendolo segreto, o su un dispositivo multimediale, rendendolo pubblico. Ogni piccola azione può essere così scandagliata secondo per secondo, rendendo praticamente impossibile mentire. Ma chiunque può serbare dentro di sé segreti più o meno pericolosi, anche chi vive accanto a noi ogni giorno.


Ciò che colpisce e sfinisce di ognuno di essi, oltre alla rappresentazione fedele di come potrebbe divenire il mondo in futuro, è l’atmosfera che si ricrea minuto dopo minuto: non esiste un solo momento tensivo, dal primo all’ultimo fotogramma ogni puntata riesce ad essere inquietante, psicologicamente destabilizzante e magnetica allo stesso tempo. Nonostante l’angoscia, infatti, è praticamente impossibile staccare gli occhi dallo schermo nero della tv o del computer, a causa della curiosità forse o, più probabilmente, dell’estro di chi ha ideato lo show. Passano forse in secondo piano le ambientazioni, che non giocano un ruolo essenziale all’interno degli episodi, se non in qualche piccolo caso, ma sicuramente non il livello emotivo, che insieme a quello psicologico, anche se in maniera meno netta e sconvolgente, riesce a rendere la visione assolutamente indimenticabile. Infine, sebbene in questa prima stagione per ogni episodio i personaggi siano differenti, la loro caratterizzazione è precisa e puntuale, nonostante la difficoltà ed il poco tempo utile per svilupparne la personalità. 

Non aspettatevi, dunque, puntate adrenaliche, veloci e ben ritmate, non è quello che troverete in Black Mirror, aspettatevi piuttosto uno sconvolgimento psicologico vero e proprio, un turbamento emotivo particolarmente incisivo. Aspettatevi di tutto, ma sappiate che non sarete mai sufficientemente pronti ad affrontare ciò che vedrete.

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