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Recensione : Il bambino di carta. La storia del vero Christopher Robin e del suo Winnie the Pooh di Marina Migliavacca Marazza


Il bambino di carta. La storia del vero Christopher Robin e del suo Winnie the Pooh di Marina Migliavacca Marazza



Editore: Libromania| Genere: Narrativa| 
Pagine: 284|Prezzo: € 9,90 |
E-book : € 1,99

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TRAMA

Il 21 agosto del 1920 nasce a Chelsea Christopher Robin Milne, detto Billy. Suo padre è Alan Alexander Milne, uno scrittore e giornalista molto provato dalla sua esperienza al fronte durante la prima guerra mondiale. Sua madre è Dorothy de Sélincourt, figlia di un uomo d’affari conosciutissimo. I genitori speravano di avere una bambina, Rosemary. Il bambino è biondo e gracile. Suo padre Alan è il caporedattore della famosa rivista Punch. Frequenta altri intellettuali famosi, da Conan Doyle, autore di Sherlock Holmes, a James Barrie, autore di Peter Pan, a Kipling a Jerome K. Jerome, con cui condivide la passione per il cricket. Il bambino lo accudisce la tata Olive. Papà Alan Alexander si rende conto ben presto di non avere una grande capacità di dialogo col piccolo Christopher Robin, che quando comincia a parlare si presenta come Billy (nomignolo che i suoi usano con lui) Moon (storpiatura di Milne, che fatica a pronunciare). Così cerca di usare come tramite di comunicazione col figlio la cosa che sa fare meglio. Prende la penna e scrive dei racconti che vedono il bambino protagonista insieme al suo inseparabile orsetto di peluche e altri pupazzi. Inizia così l’epopea di Winnie the Pooh. Inaspettatamente le storie di Winnie illustrate da Shepard hanno un successo travolgente e coinvolgono anche Billy Luna. Lui è per il pubblico il Christopher Robin protagonista dei libri del padre. Deve rispondere alle lettere degli ammiratori, partecipare a presentazioni dove legge brani dei libri di Winnie e canta anche la versione musicata delle poesie paterne incidendo un disco. Billy ha problemi crescenti di rapporto con i coetanei. Non ha una grande opinione di se stesso: si vede gracile, effeminato, poco sveglio di cervello, come l’orso Pooh. Sprofonda in un abisso di depressione. Papà Alan a sua volta non è soddisfatto. La gente non ricorda più tutto il resto che lui ha scritto, per il cinema, per il teatro: è solo il padre di Winnie the Pooh – ma soprattutto di un infelicissimo Christopher Robin. È dura la vita dello scrittore, anche di successo. E ancora più dura la vita di suo figlio, piccola celebrità che diventa facile bersaglio delle ironie dei coetanei. Ci vorrà molto tempo, molta pazienza, una nuova guerra mondiale e l’eruzione di un vulcano perché Billy faccia pace con se stesso e scopra di essere capace di amare.




IL MIO PENSIERO SUL LIBRO


Impossibile non conoscere il dolcissimo orsetto Winnie the Pooh. 
In camera di mio figlio vicino al suo lettino si potevano vedere gli adesivi di Winnie, Tigro, Pimpi, Ih-Oh e Kanga ( ora lì c'è il posto dei dinosauri e dei camion) ,in giro ci sono anche un paio di libricini con protagonista l'orsetto goloso di miele ed il suo inseparabile amico Christoper Robin.
Il sapere come è nata l'idea e le storie di questi adorabii personaggi mi ha incuriosita parecchio.
L'autrice ,grazie ai numerosi scritti e lettere dello scrittore A.A. Milne e di suo figlio, ricostruisce la storia della famiglia e mostra un lato inatteso e diverso dei protagonisti.
Milne diventa padre relativamente tardi ed è impaurito di non sapere a cosa sta andando incontro. 
L'arrivo del piccolo Christopher Robin porterà gioia e scompiglio che preto sarà risolto grazie alla tata Olive che accudirà il piccolo giorno e notte.
Agl' occhi del lettore odierno Milne e consorte risultano essere freddi e distaccati con il figlio e non propensi nel dimostrare i propri sentimenti. 
Milne crede che renderlo protagonista dei suoi libri in qualche modo li possa avvicinare ma non tiene minimanente conto della pressione a cui è sottoposto il piccolo.
Scopriremo gli eventi fortuiti che hanno dato vita alla famosissima serie di Winnie the Pooh e tutti i retroscena belli e non. 
L'ombra della prima guerra modiale passata e l'arrivo della seconda rende l'atmosfera in cui vivono sempre un po' tesa e cupa.
I personaggi sono ben delineati ma si resta sempre in superficie senza approfondimenti particolari anche se il lavoro di ricerca è presente e si sente.
Il libro scorre fluido anche se ha un ritmo a tratti un po' lento. 
La storia è coinvolgente ma i personaggi faticano ad ispirare empatia proprio per il rigore, la rigidità e la "freddezza" tipici dell'epoca.
Lo consiglio a chi, come me, è curioso di sapere chi si cela dietro le pagine dei libri più famosi, cosa l'abbia spinto a scrivere quel determinato libro o a creare proprio quel personaggio.







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