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[BlogTour] Hanover House di Brenda Novak: Lobotomia: mito, scienza e realtà - 3° Tappa


Ciao a tutti Lettori e ben trovati!

Nuovamente fagocitata da uno degli ambienti letterari a me più cari, oggi ospito ancora una Terza Tappa di un BlogTour che, al contrario di ieri, vede protagonista uno dei Thriller che maggiormente aspettavo quest'anno: dopo Alaska, Brenda Novak, pur con i suoi difetti, aveva destato un interesse molto particolare nel suo pubblico che anche con Hanover House, suo seguito, è riuscita ad esercitare.

HANOVER HOUSE.


HANOVER HOUSE
di Brenda Novak

Prezzo: € 19,00 | Ebook: € 9,99
Pagine: 384 | Genere: Thriller
Editore: Giunti | Data di pubblicazione: 10 Ottobre 2018

TRAMA
È trascorso ormai un anno da quando Evelyn Talbot si è trasferita in Alaska, ad Hanover House, la clinica psichiatrica di massima sicurezza dove vengono internati i serial killer più efferati. Solo pochi di loro hanno una mente così brillante da riuscire a spiegare il complesso modus operandi che si cela dietro ai propri crimini, e uno di questi è appena arrivato. Si tratta di Lyman Bishop, il "Fabbricante di Zombi", un genetista accusato di lobotomizzare le sue vittime con un rompighiaccio. L' unico il cui raffinato intelletto regge il confronto con il famigerato Hannibal Lecter. Appena Evelyn lo incontra sente il sangue gelarsi nelle vene, e non è certo per la tempesta di ghiaccio che sta per abbattersi sulla zona... Ha la netta sensazione che qualcosa nella sua vita stia per cambiare, irreparabilmente. Quando viene ritrovato il corpo di una nuova vittima uccisa con un rompighiaccio, il dubbio che Bishop sia l'uomo sbagliato emerge con violenza. Ma le sfide non sono finite per Evelyn, perché la minaccia di Jasper, il ragazzo che a sedici anni l'ha segregata e seviziata, sembra più vicina che mai. Esiste un legame tra questi eventi? È solo un caso che la donna massacrata assomigli terribilmente alla bella psichiatra? Per Evelyn e l'uomo che ama, il tenace commissario Amarok, la caccia è di nuovo aperta. Perché nessuno è al sicuro nel grande freddo.


Lobotomia: mito, scienza e realtà

Affascinante fin dai primi capitoli, una delle novità che Brenda Novak introduce nel suo Hanover House riguarda una delle personalità più interessanti, misteriose ed inquietanti dell'intero romanzo: quello di Lyman Bishop è, infatti, un personaggio fortemente controverso e accattivante che non solo consente all'autrice di arricchire un Thriller che, di fatto, necessita di continue innovazioni, ma che soprattutto permette alla stessa di affrontare tematiche complesse e delicate riuscendo a non appesantire in alcun modo la narrazione, e protagonista di questa tappa sarà proprio una di esse: la lobotomia.


Praticata un tempo per trattare una vasta gamma di malattie mentali, quali ad esempio la schizofrenia, la depressione o i disturbi provocati dall'ansia, la lobotomia consisteva sostanzialmente nel recidere le connessioni della corteccia prefrontale dell'encefalo. Nella maggior parte dei casi, però, una pratica simile provocava il cambiamento radicale della personalità, al punto tale che ad oggi di essa ci si serva solo in casi specifici, in maniera molto più selettiva e soprattutto in forma meno distruttiva. I primi casi di lobotomia parziale risalgono al 1890, in Svizzera, in un ospedale psichiatrico e furono opera del Dottor Sarles che con un trapano creò dei fori nel cranio dei suoi pazienti ed estrasse parte dei lobi frontali, ma la prima vero lobotomia umana controllata fu attribuita al medico e neurologo portoghese Antonio Egas Moniz che, nel 1936, sperimentò un metodo differente, che prevedeva la trapanazione in vari punti del cranio e la distruzione della sostanza bianca dei lobi frontali tramite iniezione di alcol all'interno degli stessi, e che gli assicurò, nel 1949, il Premio Nobel per la Medicina

A lungo criticata da vari esponenti del settore medico, con l'avvento negli anni Cinquanta della cloropromazina, la lobotomia cominciò ad essere considerata barbarica e ad essere abbandonata nel suo uso con il tempo, fino ad arrivare alla sua quasi totale disapplicazione agli inizi degli anni Settanta.


Diversi sono i casi celebri passati alla storia e fra tutti spicca sicuramente quello di Rosemary Kennedy, sorella di John Fitzgerald Kennedy, che all'età di 23 anni fu sottoposta a tale pratica a causa dei suoi continui sbalzi d'umore e del suo interesse per i ragazzi, a quanto pare poco gradito al padre: l'intervento ridusse la ragazza ad uno stadio cerebralmente infantile. Come lei, anche ad Evita Peron, first lady argentina, fu praticata in gran segreto la lobotomia qualche settimana prima di morire per alleviare i dolori provocati dal cancro di cui soffriva, a cavallo tra gli anni Quaranta e Cinquanta.


Se si tratta di questo, sostanzialmente, dal punto di vista reale e scientifico, pur con le dovute semplificazioni, la tematica della lobotomia è entrata a far parte anche di un'altra ampia parte del mondo culturale, influenzando romanzi, film, canzoni e videogiochi: a partire da Il pianeta delle scimmie, in cui uno degli astronauti subisce la pratica medica con il solo obiettivo di perdere l'uso della parola, fino ad arrivare a Qualcuno volò sul nido del cuculo, al cui termine vengono mostrati gli effetti dell'intervento eseguito sul protagonista, da Shutter Island, un Thriller che indaga su possibili casi simili, al fumetto numero 310 di Dylan Dog in cui un neurochirurgo esegue una lobotomia su una giovane paziente che dimostra di possedere una sovrannaturale forma di empatia, passando per una nota canzone dei Ramones, sono stati diversi gli artisti (nell'accezione più ampia del termine) che si sono spesi per riuscire ad entrare nel migliore dei modi in un ambiente ostico, ma in grado di destare un interesse molto particolare al contempo, creando piccoli capolavori destinati a rimanere nella storia di tutti i tempi.



Come sempre vi invito a non perdervi nessuna tappa per scoprire altre piccole curiosità del nuovo romanzo di Brenda Novak!

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