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[Review Party] Il gusto di uccidere di Hanna Lindberg


Ciao a tutti Lettori e ben trovati!

Salutiamo oggi il primo (lunghissimo) mese dell'anno con un Review Party dedicato ad una delle ultimissime novità targate Longanesi: proprio oggi torna, infatti, nelle librerie Hanna Lindberg, che ne Il gusto di uccidere riserva a Solveig Berg, la sua indomabile giornalista d'inchiesta conosciuta precedentemente in Stockholm Confidential, un'avventura dal gusto particolarmente amaro.

IL GUSTO DI UCCIDERE.


IL GUSTO DI UCCIDERE
di Hanna Lindberg

Prezzo: € 20,00 | Ebook: € 9,99
Pagine: 416 | Genere: Thriller
Editore: Longanesi | Data di pubblicazione: 31 Gennaio 2019 

TRAMA
Il Cuoco d’Oro: l’evento al quale chiunque abbia, o aspiri ad avere, un ruolo nel prestigioso mondo della gastronomia svedese non può non partecipare, una serata che riserva sempre grandi sorprese. Solveig Berg, la più spregiudicata giornalista d’inchiesta di Stoccolma, sempre alla ricerca dello scoop, si è assicurata l’ingresso allo Stockholm Grotesque, il noto ristorante che ospita il premio. Tutti sembrano puntare su Florian Leblanc o su Jon Ragnarsson – due chef stellati un tempo soci, ora rivali. Ma proprio al momento dell’annuncio del vincitore le luci si spengono improvvisamente e un colpo di pistola sovrasta il brusio della sala, uccidendo Vanja Stridh, il capo di Solveig. Le indagini sull’accaduto iniziano rapidamente, ma Solveig capisce subito che la polizia sta imboccando una pista sbagliata, soprattutto a causa di quello che Vanja le ha bisbigliato prima di morire. Tra le sale e le cucine dei ristoranti di lusso della città, la giornalista si troverà così ad affrontare nuovi intrighi, una mente criminale imprevedibile... e le ombre del suo stesso passato. Una sua vecchia conoscenza, Lennie Lee, ex fotografo di moda che ha visto la sua rivista scandalistica disfarsi e chiudere i battenti durante la sua permanenza in carcere, è finalmente tornato a Stoccolma dopo tre anni. Ha perso tutto, ma è pronto a rifarsi investendo questa volta nella ristorazione, e spende i suoi ultimi risparmi per acquistare un food truck. Le strade di Lennie e Solveig sembrano destinate a incrociarsi di nuovo…

IL MIO PENSIERO SUL LIBRO.

Forse più che per ogni altro genere, il ventaglio di possibili trasformazioni per un romanzo etichettato come Thriller è incredibilmente ampio e tale da permettere ad ogni singola storia di rifuggire da qualsiasi rigida ed asettica classificazione. Caratterizzato dalle più varie sfumature, infatti, questa peculiare narrazione si presta sempre più a stimolare e soddisfare i palati più diversi e più esigenti, ritrovando proprio nei suoi elementi caratteristici e non quelle novità, di volta in volta sorprendenti, in grado di ammaliare, sconvolgere e strabiliare ogni lettore. Paradigma, questo, a cui Il gusto di uccidere, il nuovo romanzo di Hanna Lindberg, non ha alcuna intenzione di sottrarsi. 

Dopo il suo più grande passo falso, la carriera di Solveig Berg sembrava aver raggiunto ormai la fine, eppure Vanja Stridh non ha mai smesso di credere in lei e nelle sue incredibili capacità. Quando, però, nel corso dell’evento gastronomico più prestigioso del Paese, Il Cuoco d’Oro, che vede fronteggiarsi tre dei migliori chef di Stoccolma per un unico importantissimo premio, la donna viene improvvisamente uccisa, il mondo della giovane giornalista comincia pian piano a sgretolarsi su stesso. Prendono il via, così, le indagini della polizia, ma nel loro proseguire cresce in Solveig la terribile sensazione che nessuno stia osservando il problema dalla giusta prospettiva: la direzione che gli ispettori inseguono affannati, ne è certa, non condurrà da nessuna parte, né tanto meno alla cattura dell’assassino ed il pericolo che il crimine possa rimanere in qualche modo irrisolto sembra farsi sempre più concreto. Sullo sfondo di ristoranti e cucine pluripremiate, Solveig metterà, allora, alla prova le proprie doti investigative, andando a cercare la verità in luoghi in cui nessuno vorrebbe mai avventurarsi, rischiando la vita e ritrovandosi inaspettatamente a confronto con un passato doloroso contro cui combattere ed una vecchia conoscenza, Lennie Lee, da affrontare nuovamenteChi si è macchiato del sangue di Vanja Stridh? 

Gravato fin dalle prime pagine dalle alte aspettative che lo circondavano già dal suo annuncio, il nuovo romanzo di Hanna Lindberg riesce a dare fin da subito prova al suo pubblico di una grande ed inaspettata maturità: sia dal punto di vista, generale, dello stile narrativo sia da quello, particolare, della cura riservata al suo contenuto, Il gusto di uccidere si rivela, nonostante qualche piccola imperfezione, un prodotto decisamente più valido ed appetibile del suo già affascinante predecessore. Dall’ambientazione capace di suscitare gli interessi più vari e di sfruttare sapientemente il momento di favore che il mondo gastronomico sta vivendo ormai da qualche anno alla costruzione psicologica e caratteriale dei diversi personaggi che si contendono prepotentemente la scena, dalla struttura narrativa in grado di accrescere, grazie ad una sottile linea di tensione destinata a divenire sempre più imperante, la morbosa curiosità di ogni lettore fino alla trattazione sensibile, ma al contempo pungente di tematiche che non possono in alcun modo rimanere nascoste nell’ombra di un silenzio assordante, tutto contribuisce a fare del Thriller una lettura sorprendente che pur mancando di un ritmo segnatamente incalzante riesce a conquistare per bellezza, acume ed ingegno.

Caratteristiche, queste ultime, che si riflettono soprattutto sulla profondità che alcuni dei protagonisti del romanzo dimostrano di essere in grado di fronteggiare: Solveig e Lennie, nello specifico, rappresentano appieno quel salto di qualità prima accennato, disegnando con umana naturalezza una fine maturazione psicologica che l’autrice ha saputo ben ricostruire, gradualmente, tra le pagine dell’opera, attraverso le quali, tra l’altro, intrecci, misteri e soprusi si susseguono inesorabili fino al raggiungimento di un epilogo in parte, forse, inaspettato. Se, infatti, nella sua prima parte Il gusto di uccidere si caratterizza per uno studiato incedere lento e riflessivo, concentrato per lo più sui rapporti interpersonali dei soggetti e sulle descrizioni che si riveleranno poi non essere affatto fini a se stesse, nella sua seconda metà riesce a trasformarsi, passo dopo passo, in un vero e proprio concentrato di adrenalina, tensione ed oscurità capace di avvolgere completamente un lettore rapito ed ammaliato da un estro artistico tanto sorprendente. 

Un romanzo, quello di Hanna Lindberg, che grazie ad uno stile semplice, immediato e travolgente riesce a trasportare il lettore in un mondo in cui passato e presente si intrecciano fino a non lasciare scampo, lasciando intravedere dietro di sé una scia di morti, violenze e sensi di colpa destinati a tormentare anche la vita di chi, tutto questo, aveva provato a lasciarselo alle spalle ritrovando una scintillante speranza di vita nell’essenza di quel cibo che non sarà mai solo ed unicamente fisico nutrimento.


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