LE NOSTRE RECENSIONI


Incontro con l'autore: Intervista a Luca Ammirati


In occasione della presentazione a Roma del libro "Se i Pesci guardassero le stelle", pubblicato dalla Dea Planeta, ho avuto la gradita occasione di poter chiacchierare amabilmente con Luca Ammirati, autore di questo bellissimo libro.
Vi assicuro che è una persona disponibilissima e anche molto gentile.
Dopo soli cinque minuti, mi sembrava di parlare con un amico di vecchia data.
Ci siamo seduti ad un tavolino del bar all'interno del suo albergo e ho iniziato a porgli alcune domande.
Scopriamo insieme Luca Ammirati e il suo "se i pesci guardassero le stelle".

Laureato in legge, responsabile della sala stampa del Teatro Ariston, poeta, assessore alla cultura e scrittore. In quale di queste molteplici sfaccettature della tua anima e della tua vita  ti immedesimi maggiormente?

So che è troppo facile e scontato dirlo, ma ora che ho coronato il mio sogno posso ammettere che tutto quello che ho fatto, l'ho fatto per la scrittura.
Si fa di necessità virtù e nella vita bisogna sapersi inventare e reinventare, però sicuramente il mio sogno era quello di poter scrivere, arrivare al cuore delle persone e quindi sono felicissimo di esserci riuscito.
Sicuramente è la cosa, tra tutte quelle che faccio, che mi rappresenta di più, e che mi inorgoglisce particolarmente.

Quindi hai l'anima dello scrittore, possiamo dirlo?

Mi piace pensare che sia così, anche se lo lascio dire agli altri.

Il tuo primo libro, “ i discendenti di Dante” è stato un thriller dalle tinte fosche, mentre “Se i Pesci Guardassero le Stelle” è un romanzo con venature rosa, cosa è cambiato in te tra un romanzo e l’altro?

Quello che è cambiato è una maturità diversa.
La prima stesura dei "I Discendenti di Dante" l'ho fatta che non avevo nemmeno trent'anni, all'epoca ero fortemente concentrato sui thriller.
"Il suggeritore" di Donato Carrisi per me un mito assoluto, mi aveva scioccato ed era stato la scintilla che mi ha portato a mettermi in gioco e provare a vedere se ero capace di scrivere un thriller.
Nel frattempo ho maturato delle esperienze e degli incontri che mi hanno portato su una strada diversa, tra l'altro in questa storia c'è molto di me, quindi è stato anche naturale scrivere questo libro.

Come è nata l’idea di scrivere “se i pesci guardassero le stelle?”

E' stato un mix di tanti fattori, primo tra tutti quello di scrivere del mio vissuto e dei miei luoghi del cuore che sono Sanremo e Perinaldo.
Poi mi sono immaginato questo personaggio un po' goffo, un po' arruffato, un po' timido che ha quasi paura di dare fastidio, mentre cerca la propria dimensione.
Ha però grandi sogni, grande voglia di arrivare ma è sfortuato come siamo sfortunati un po' tutti.
Io credo che c'è molto di Samuele in tutti noi, poiché siamo sempre divisi a metà tra quello che siamo e quello che vorremmo essere.
Ma se siamo tenaci e con tanta voglia di sognare, a volte la vita può anche sorprenderci.

Samuele è un giornalista precario che sogna di fare il creativo pubblicitario, Luca Ammirati è il responsabile della sala stampa del teatro Ariston che fa lo scrittore, quanto di  Luca c’è,  in Samuele?

Credo che certe sovrapposizioni siano inevitabili, specialmente in questo personaggio che in realtà è un protagonista sempre in scena, quindi c'è tantissimo.
Dai riscontri che mi stanno arrivando da persone di ambo i sessi e di tutte le età, mi rendo conto che c'è un po' di Samuele in ognuno di noi.
Perché Samuele è fatto come tutti noi; con la paura di non essere all'altezza, con le nostre incertezze e le nostre fragilità che non dobbiamo vergognarci ad ammettere, perché non siamo dei supereroi.
Lui lo fa con grande pudore, si sfoga tantissimo un po' con tutti, però lo fa con un approccio vecchia maniera, poiché nonostante è immerso in un mondo di social, va a trovare le persone  per parlare, per abbracciarsi, per condividere e per sostenersi l'uno con l'altro.
Io credo che le amicizie siano veramente importanti, come lo sono il lavoro e l'amore, e sono tutte parti della nostra persona che convivono in noi, e Samuele ne è un esempio dal cuore genuino.

In questo tuo ultimo libro affronti temi come il precariato, il desiderio che ognuno di noi ha di mettere a frutto i propri talenti, di realizzare i propri sogni e di trovare l’amore. E' stata una scelta voluta o sono argomenti che sono usciti  da soli dalla penna, durante la caratterizzazione del personaggio principale?

Sono temi fondanti di una persona, e quindi nel cercare di costruire un protagonista sono andato a lambire tutti questi aspetti in maniera equanime.
Samuele è molto sfortunato in amore e ha in testa di trovare la persona giusta, vuole realizzarsi professionalmente, vuole seguire i propri sogni e realizzarli e dedica molto spazio anche alle amicizie e a se stesso.
Sono quindi argomenti che sono usciti con naturalezza perché visto che ritengo che questi siano elementi fondanti di ogni persona, è stato naturale  far scontrare e confrontare il mio personaggio con questi temi.

Nel tuo libro c’è un personaggio particolare, Galileo detto "Leo" il pesce rosso. Perché la scelta di un pesce rosso come animale da compagnia?

E' stato l'animale della mia infanzia, poi in età adulta, per tanti motivi,  purtroppo non è stato più possibile tenere un pesciolino rosso.
Sembra facile prendersene cura e invece è una grossa responsabilità, perché va seguito nella giusta maniera.
Samuele si prende cura del suo pesciolino, anche se in verità è più Galileo che si prende cura di Samuele.
E' stata quindi una scelta facile perché c'è una metafora e una sovrapposizione forte tra Samuele e il suo pesciolino rosso, ovvero la sensazione che Samuele ha di girare un po' a vuoto.
Una sensazione che riguarda ognuno di noi perché spesso pensiamo che per quanti sforzi facciamo poi le cose non cambiano mai veramente, non riusciamo a mettere la testa fuori dall'acqua.
A un certo punto Samuele arriverà a pensare di dover condividere lo stesso destino di Leo, poi però si renderà conto che una differenza fra loro due c'è: Galileo, nonostante il nome che porta, le stelle non le ha viste mai e non sa cosa potrebbe ottenere.

La scena di Leo sul terrazzo  mi ha commosso, come ti è venuta l’idea? Hai veramente portato un pesce rosso a guardare le stelle?

Galileo contiene in se una  grande lezione, oltre quella dell'ascolto.
E' talmente un buon amico di Samuele che forse sarà in grado di suggerirgli la chiave per trovare quella felicità che Samuele cerca insistentemente.
Non ho mai portato il mio pesciolino rosso a guardare le stelle, perché non avevo il terrazzo che ha Samuele.

Samuele è un cavaliere moderno, che nonostante tutti lo vogliono convincere diversamente, lui caparbiamente va avanti nel cercare l'amore e quindi Emma.
Come si è evoluto il personaggio di Emma nel tuo libro?

Emma è interessante perché è una presenza costante pur essendo assente.
Questo è un aspetto sfidante, perché non è facile far entrare con prepotenza un personaggio del genere all'inizio del romanzo per poi farlo scomparire e farlo diventare un ossessione.
Una donna è un essere talmente affascinante che è sempre un pochino idealizzata, è sempre una proiezione.
Samuele è folgorato da questa ragazza che gli entra in testa, che purtroppo però sembra un sogno destinato a svanire, visto che non riesce a trovala più.
Infatti i suoi amici gli consigliano di lasciar perdere, perché gli sembra una follia ciò che fa Samuele, però la follia è simile alla caparbietà di credere ciecamente ad un domani migliore.
Le occasioni non è vero che non passano mai, ma dobbiamo essere bravi a riconoscerle eventualmente a coglierle, così come poi farà Samuele.

Emma è per Samuele fonte di ispirazione. Come ti è venuta l'idea del bacio sullo specchio?

Volevo che nella sparizione di Emma ci fosse un impronta che la rendesse reale.
E poi già avendo in mente un certo tipo di finale, quel bacio nello specchio era funzionale a ciò che avevo in mente.

Mi è piaciuta molto la figura di Ilenia, perché sfati un preconcetto tutto italiano ovvero che non può esistere un amicizia priva di malizia tra uomo e donna. A chi ti sei ispirato per il suo personaggio?

Mi fa molto piacere che qualcuno l'abbia notato, e mi fa piacere parlare di questo argomento poiché  in narrativa italiana questo tema non viene mai affrontato.
Ho immaginato questa amicizia molto tenera tra Samuele ed Ilenia, che è una ragazza intelligente, dolcissima, speciale, ciecamente innamorata dell'amore e delle cose belle della vita tant'è che fa la pasticcera, regalando dolcezza.
Lo incoraggia fortemente a sperare e a credere in un domani migliore, lo sprona ad avere pazienza e a non mollare mai, perché la vita prima o poi ci regala delle sorprese.
Io sono molto fortunato con le amicizie, sia con uomini che con donne, quindi ho preso spunto da tutte le mie amicizie e dalle esperienze e dai dialoghi che ho avuto con loro.

Sfati in realtà tanti preconcetti sul genere maschile. Samuele è sensibile, sognatore, ha bisogno di sostegno da parte di Ilenia, e crede nell’anima gemella, tutti sentimenti che di solito si attribuiscono alle donne. Samuele per te, è il prototipo dell’uomo di oggi?

Il preconcetto dell'uomo duro, che non soffre e che si tiene tutto per se è un'ipocrisia totale.               Le persone sono talmente complesse che è impensabile che siano sempre intransigenti, sicuri di se stessi e capaci di fare tutto.
Siamo in realtà tutti quanti fragili e soprattutto facciamo una marea di errori.
E' proprio sbagliando che forse diventiamo un po' più saggi, è nelle nostre imperfezioni che risiede la bellezza.
Esistono uomini come Samuele e uomini come Iacopo, che ha più facilità con le donne.
Come esiste l'amicizia uomo donna, esistono anche quelle innocentissime conversazioni tra uomini e non bisogna aver timore di confessarle.
Mi piace pensare che con tutte le trasformazioni che il mondo sta vivendo, in fin dei conti noi "sistemati" non lo saremo mai.
Ci si evolve in funzione di ciò che speriamo di diventare, e poi se vogliamo che le cose cambino, i primi a dover cambiare siamo noi.
Quindi si, Samuele potrebbe essere il prototipo dell'uomo di oggi.

Mi dai una classifica dei tuoi tre libri della vita?

Domanda difficilissima, ne ho letti talmente tanti che fare una classifica non è semplice.
Potrei vederli in funzione della mia vita, quindi il primo che nomino è "Il Suggeritore" di Carrisi, perché è il romanzo che mi ha indotto a scrivere.
Inserisco anche il libro che in seconda elementare mi ha fatto nascere la passione per la lettura, che è "L'Isola del Tesoro" di Stevenson.
E poi sicuramente nomino gli "Ingredienti Segreti dell'Amore" di Barreau, dal quale ho preso spunto per il mio stile tenero e delicato.

Quale è il libro che in questo momento stai leggendo?  

Sto leggendo "Andiamo a vedere il giorno" di Sara Rattaro, tra l'altro con dedica dell'autrice.
Lo consiglio assolutamente a tutti.

Il messaggio che hai dentro e che vorresti dire al mondo.

I sogni non sfumano, anche quando sembra che vada tutto male noi dobbiamo continuare a sognare.
Questa è la chiave principale per trovare la nostra strada, perché i sogni dicono tanto di quello che vorremmo essere e di quello che siamo.
Sognare un mondo migliore è la primissima cosa da fare per ottenerlo.
Sognare, anche scriteriatamente, non ci deve spaventare.
I sogni sono la luce con cui ci facciamo strada nel buio.
Dobbiamo rimboccarci le maniche, dire le cose come stanno, conservare un certo grado di umiltà e darsi da fare.

L'ultima domanda: La tua colonna sonora in questo momento quale è?

Ti racconto questo aneddoto, per ragioni anche scaramentiche.
Da tre anni sono il responsabile della sala stampa del Festival di Sanremo.
Il primo che ho fatto nel 2017 vinse Gabbani con Occidentalis Karma.
Il palco dell'Ariston è un palco che porta fortuna, e a lui ne ha portata tanta.
Ha avuto un successo enorme arrivando da outsider, come me e  mi piace pensare che siccome anche io ho avuto la fortuna di partire dall'Ariston con la presentazione in anteprima, se riuscissi ad avere attratto un po' di quella magia che quelle tavole hanno ne sarei felicissimo.
Ti cito quindi Occidentalis Karma perché tra l'altro contiene un messaggio sui social network che in pochi hanno capito.

Se hai una domanda che nessuno ti ha mai fatto e ti vuoi fare, approfitta di questa intervista.

Non ho una domanda da farmi, perché già mi sembra surreale che qualcuno trovi interessante quello che ho da dire, ma mi faccio un augurio, ovvero mi auguro di essere all'altezza di tutto quello che sto vivendo, perché ho coronato un sogno, ho trovato tantissime persone che sono diventate la mia famiglia e spero di continuare a migliorare rimanendo me stesso.
Magari mi procurerò un pesciolino rosso, se avrò tempo di curarlo come merita, e a lui confiderò altri sogni. perché non si può smettere di sognare.

Sperando che questa intervista vi sia piaciuta, ringrazio di cuore Luca Ammirati per la sua disponibilità e simpatia e Riccardo Barbagallo dell'ufficio stampa della Dea Planeta, per avermi invitata a passare trenta minuti con questo bravissimo autore.

Alla prossima.




















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