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Manga - Consigli di Lettura #30: Il giardino dell'Eden di Kaoru Fujiwara

Ciao a tutti Lettori e ben trovati! 

Letteralmente travolta dal primo freddo di Ottobre, oggi torno sul blog per parlarvi di un MANGA decisamente particolare. Dopo una seconda esperienza di lettura condivisa, io e Sandy de La Stamberga d’Inchiostro ci siamo precipitate con entusiasmo tra le pagine di quattro storie che si sono rivelate capaci di trasportarmi in una sorta di dimensione sensoriale parallela in cui cuore, anima e desiderio riescono a fondersi in maniera incredibilmente sensuale: con Il giardino dell’Eden la maestra Kaoru Fujiwara ha saputo esercitare su di me un fascino etereo ed inaspettato, cullandomi, seppur perennemente in bilico, attraverso le più intime esternazioni dell’animo umano.

IL GIARDINO DELL'EDEN.


IL GIARDINO DELL'EDEN
di Kaoru Fujiwara

Prezzo: € 12,00 | Collana: Wasabi
Pagine: 176 | Genere: Racconti
Editore: Edizioni Star Comics | Data di pubblicazione: 11 Settembre 2019  

TRAMA
Per la terza uscita della collana Wasabi, Star Comics sceglie un’opera dal sapore delicato e pungente al tempo stesso. Grazie al suo tratto etereo eppure estremamente espressivo e a uno stile compositivo che strizza l’occhio al mondo della fotografia, la maestra Fujiwara dipinge quattro storie che oscillano vertiginosamente fra l’onirico e il carnale, scavando a fondo nelle distorsioni e nelle contraddizioni dell’animo umano e interrogandosi sulla fragilità dei rapporti. Chiude l’opera un rivisitazione in chiave psicologico-erotica della fiaba di Cappuccetto Rosso. Un’opera imperdibile per chiunque voglia assaporare appieno il gusto del miglior fumetto d’autore giapponese contemporaneo!

IL MIO PENSIERO.

Sensualità, eleganza, desiderio, amore. Piacere, forza, lacrime, sangue. Potendo plasmare a vostro piacimento il Giardino dell’Eden cosa porreste al suo centro? Quale sarebbe l’elemento principe del vostro personale paradiso? Se fosse possibile trovarlo, a cosa non potreste assolutamente rinunciare? Ma soprattutto, per cosa vi mettereste alla sua estenuante ricerca?

Da sempre espressione di una pace interiore oltre che esteriore, è il Giardino dell’Eden, il paradiso terrestre presente in diverse mitologie, a rivelarsi il primo grande filo conduttore delle quattro storie scritte e disegnate da Kaoru Fujiwara. Al suo incessante inseguimento si ritrova ormai da tempo un giovane professore, mosso da un desiderio diverso rispetto a quello della coppia che tinge il secondo racconto di un’intensità capace di irradiare passione e dolore in pochissime pagine ed in sole due secche battute; al contrario della controversa vicenda che interessa i due gemelli uniti da un enigmatico destino protagonisti della terza tagliente narrazione, che promette di indagare l’affinità psicologica di due anime complementari, ma in perenne ed irrimediabile conflitto, esattamente come accade nella quarta ed ultima espressione del genio della maestra Fujiwara, una rivisitazione proprio in chiave psicologica ed erotica di una delle fiabe più note al mondo, quella di Cappuccetto Rosso, resa stavolta matura ed interessante da una provocante ed onirica atmosfera. 

Ispirandosi proprio ai piaceri promessi nel Giardino dell’Eden e alla conquista che gli stessi necessitano, la mangaka dipinge con estrema lucidità l’immaterialità dell’animo umano, rendendolo vivo e non più soltanto astratto e teorico, attraverso le sue contraddizioni, i malumori, gli istinti, i vizi ed una sessualità mai volgare, ma audace, sensuale e coinvolgente. In un continuo alternarsi di mistero e passione, infatti, l’accento viene posto dall’autrice sulla caducità dei rapporti interpersonali, minacciati quasi sempre da uno strano senso di reciproca inadeguatezza, rappresentato talvolta da un amore disilluso, da un allontanamento innaturale ma a suo modo razionale, da una spietata consapevolezza o da una feroce inesorabile maturazione. Un vero e proprio concentrato di sentimenti, quindi, quello che travolge il lettore, incapace di primo acchito di farsi carico di un simile fardello, fagocitato come mai avrebbe creduto da un tormento tanto forte, ma disposto a farsi trascinare con insana naturalezza in quel mondo in cui lo spazio ed il tempo sembrerebbero essere dotati di una propria logica fugace.

Quasi in netto contrasto con la narrazione, Kaoru Fujiwara si serve, per fare tutto questo, di un tratto delicato, dolce, sognante ed incredibilmente espressivo, fautore di tavole esteticamente perfette e fortemente comunicative, e si rivela essere capace, anche là dove le parole sarebbero solo inutili accessori, di emozionare e di far vibrare sonoramente le sottili corde di un corpo teso ad ascoltare le flebili e dolenti note di un amore che di quella pura innocenza ora non ha che un lontano ed indefinito ricordo.


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