Recensione [Fumetti/Graphic Novel]: Patria. Crescere in tempo di guerra di Bruna Martini
PATRIA. Crescere in tempo di guerra
PATRIA. Crescere in tempo di guerra
di Bruna Martini
Prezzo: € 19,00 | Brossura con alette
Pagine: 230 a colori | Genere: Graphic Memoir
Editore: Becco Giallo | Data di pubblicazione: 14 Gennaio 2021
TRAMA
Graziella Mapelli è una bambina costretta a crescere in fretta, in un clima dominato dalla guerra e dal rigore ideologico. La scuola, il tempo libero, le manifestazioni di paese e le trasmissioni radiofoniche, ogni aspetto della sua giovane vita contribuisce al suo lento e inesorabile processo di indottrinamento al credo fascista, fino al sorgere dei primi dubbi. Attraverso ricordi e pagelle, articoli di giornale, foto e cartoline d’epoca, la nipote Bruna Martini ricostruisce passo dopo passo l’infanzia di zia Graziella, immergendosi nell’album di famiglia che diventa, pagina dopo pagina, una preziosa indagine storica sull’intera nazione. In un tempo dominato dal desiderio di governi autoritari, ‘Patria, crescere in tempo di guerra’ è una testimonianza che vuole offrire un contributo alla discussione sul Fascismo e le sue tecniche di propaganda, per riconoscerle e imparare a combatterle.
IL MIO PENSIERO.
Chiusa nella morsa del fascismo dal 1922 al 1943, con Benito Mussolini l’Italia ha vissuto un intero ventennio prigioniera del terrore di un vero e proprio regime totalitario. Fondata nel 1919, la dittatura fascista si è imposta sul Paese solo negli anni immediatamente successivi, prendendo il potere con l’azione che ne è divenuta presto il simbolo: la Marcia su Roma. Da quel momento in poi divenne l’unica ideologia accettata e professabile: la pace, infatti, poteva essere perseguita esclusivamente lasciando che ci fosse una sola voce a parlare con e per il popolo ed eliminando il sistema di quel pluripartitismo, accusato di generare sconforto e ribellioni, che non doveva più in alcun modo essere un’opzione.
Di come si potesse vivere e sopravvivere sotto l’egemonia di un potere che poggiava le basi sul corporativismo e sul principio dell’autarchia solo le diverse testimonianze storiche possono darcene un’idea. Con il tempo, però, queste stanno divenendo inevitabilmente meno frequenti, rischiando di lasciare dietro di sé un vuoto impossibile da colmare. Proprio per questo motivo gli scritti rappresentano, ad oggi, una delle forme più importanti di documentazione storica che abbiamo a disposizione e che siano romanzi o fumetti ciò che conta e che è davvero rilevante è il contenuto prezioso che ne celano le pagine.
Tra le numerose opere presenti negli archivi e nelle librerie, da qualche mese è andata ad aggiungersi una nuova narrazione arricchita dalle illustrazioni di Bruna Martini, artista che servendosi di un disegno fanciullesco e un linguaggio semplice, ma d’impatto ha ricostruito l’infanzia di Graziella Mapelli, la zia che sotto il cielo nero minacciato dalle bombe ha visto il tempo e il mondo mutare.
Patria. Crescere in tempo di guerra è un graphic memoir che si pone l’ostico obiettivo di trasmettere un sapere che nessuno mai potrà realmente affermare di comprendere nella sua pienezza. In fondo, come sarebbe possibile spiegare i moti del proprio animo al passaggio di un aereo nemico, al suono roboante di una bomba appena sganciata, al timore di esternare un pensiero considerato sbagliato se tutto questo non fosse stato vissuto sulla propria pelle? Attraverso gli occhi di una bambina, Bruna Martini tenta di smuovere i cuori e le coscienze dei lettori più o meno sensibili raccontando l’essenza della giovinezza nel periodo del Ventennio fascista, sottolineando soprattutto l’influenza che un’educazione scolastica mirata unicamente alla celebrazione della forza e del proprio ego ha avuto sulle giovani menti.
È proprio l’aspetto formativo, infatti, a porsi al centro della narrazione del fumetto. Così come la scuola fu uno dei perni fondamentali della propaganda mussoliniana, atta a istruire uomini e donne fin dalla tenera età secondo i principi fondanti della sua dittatura, così l’autrice ne riprende gli aspetti, facendo interagire con i lettori direttamente la protagonista. Sono le parole stesse della piccola Graziella, prima di otto figli, ad intrecciarsi con i disegni a pastello e ad acquerelli di Bruna Martini, che accompagna le rime della bambina con fotografie, manifesti, ritagli di giornale, pagelle e stralci dei suoi libri e quaderni di studio, rendendo così il tutto ancora più intimo e personale.
Il tratto fanciullesco attraverso cui le tavole prendono vita e si uniscono ad un uso del colore tradizionale, rappresentante in tutto e per tutto la realtà, acuisce, difatti, il sentore quasi confidenziale che l’autrice ha voluto imprimere alla sua opera, impattando in tal modo anche sulla fruibilità della stessa: la semplicità di cui si serve per narrare la ferocia del totalitarismo in ogni sua sfaccettatura ne facilita indubbiamente la comprensione, permettendo anche ad un pubblico molto giovane di approcciarsi in modo innovativo alla materia, alimentandone quella curiosità che forse non troverebbe il medesimo spazio in un classico metodo di lezione frontale.
La repressione adottata dall’unico partito al potere, le costrizioni fisiche e mentali che imponeva e gli obblighi che anche i più piccoli erano costretti a rispettare vengono riportati alle mente da una voce pura e innocente, desiderosa di fare domande, ma consapevole della pericolosità delle risposte. Pensieri, paure e preoccupazioni pervadono, in questo senso, le atmosfere del volume, che si rivelano capaci di attingere sia dalla storia, facendone percepire ampiamente le tensioni, sia dal candore di chi quella parte oscura di mondo, ha trovato il coraggio di raccontarla regalando alle generazioni future un testo semplice ed essenziale da cui imparare e su cui riflettere.
La sensazione di intimità racchiusa tra le pagine del volume non si limita, però, a questa vicinanza che il lettore avverte nei confronti della protagonista, alla quale più volte vorrebbe rivolgersi come a rassicurarla sul futuro e sulle prospettive dell’avvenire, ma interviene anche là dove lo stesso diviene più didattico, riportando e spiegando, seppur brevemente, quelli che sono stati gli elementi caratterizzanti del fascismo. Quasi con l’intento di voler prendere per mano chi di quelle tavole si sta riempiendo gli occhi, Bruna Martini compie un veloce excursus storico negli anni che hanno visto la guerra dominare il nostro Paese, analizzandone le importanti conseguenze subite da un popolo che non è mai stato fermo a guardare la propria vita scivolare via.
In definitiva, dunque, con coraggio e delicatezza, Patria. Crescere in tempo di guerra fornisce un’altra testimonianza di ciò che è stata una parentesi buia del nostro Paese, mettendo l’accento su alcuni aspetti meno dibattuti nel tempo e proponendone una lettura più immediata, filtrata da quella genuinità capace di toccare nel profondo ogni animo senza risultare in alcun modo retorico o banale. Bruna Martini è riuscita a proporre una narrazione adatta a grandi e bambini, arricchendo così una parte della nostra letteratura fondamentale per non commettere più gli errori del passato.










Non conoscevo questo volume, ma dalla tua recensione ne sono rimasta davvero colpita. Becco Giallo riesce sempre a proporre delle piccole gemme che meritano decisamente di essere scoperte!
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