RECENSIONE: SONO SOLO VITTIME DI DIEGO MATTEUCCI
Prezzo: 14,90 € | Ebook: 4,99 € |
Data di pubblicazione: 3 luglio 2020
L’ispettore di Polizia Luca Giatti è un bravo
poliziotto, leale e giusto. Bravo marito e buon padre, innamorato della moglie
e del figlio seienne, li ama, li protegge. Ha appena perso l’amato padre e si
trascina dietro un dolore sordo che non gli dà tregua. Al momento sta seguendo due
casi che hanno sconvolto Ferrara: la scomparsa di un anziano dopo il furto
nella villa in cui vive e l’omicidio di un bambino a opera di quello che i
media hanno ormai etichettato come “il Mostro”. Non ci sono molti elementi e le
indagini procedono a rilento, ma tutto il commissariato lotta per fare
giustizia.
Il Mostro in realtà è un angelo e Dio ha scelto proprio lui per compiere la Sua volontà e combattere il Maligno. Le persone hanno perso la Fede, ma non lui. Lui prega e si affida al Signore affinché lo guidi nella sconfitta del Male.
Parlare di questo libro senza fare spoiler non è facile, perché la sua analisi è strettamente interconnessa con la trama e i suoi sviluppi. Sicuramente la domanda cardine dell’intera storia è “Cosa saresti in grado di fare se succedesse qualcosa a tuo figlio? Cosa c’è di più importante di un figlio?”. Perché questo è il tema chiave su cui ruotano gli eventi.
I punti di vista cambiano, si alternano, e il
lettore riesce quindi a entrare nella mente dei tre personaggi principali: Luca
Giatti, il Mostro e persino Buc, il cane del piccolo Matteo, figlio di Giatti,
ma anche delle vittime, con le loro paure, l’angoscia, la rassegnazione. Forse
non tutti possono essere condivisi appieno, ma di sicuro almeno parzialmente
capiti e analizzati.
Un romanzo poco pubblicizzato e poco noto, ma
di grande impatto, con un finale inaspettato. Un thriller forte e duro, che tira in ballo amore,
nostalgia, dolore, lutto, morte e fede, ognuno analizzato da punti di vista
diversi, e modi diversi di viverli e subirli.
Il Mostro è prima di tutto un uomo spezzato dal destino che l’ha sottoposto a una prova dura e impossibile da superare. Questo lo ha segnato e lo ha cambiato, tanto che nella sua mente realtà e delirio, presente e ricordi si confondono, si mescolano creando una dimensione parallela e distorta che gli sembra reale, in una lotta interiore che aumenta ancora di più la sua tensione morale mentre si rifugia in un aberrante fanatismo religioso.
La storia è avvincente, e a tratti trasmette
ansia, o addirittura angoscia: il lettore resta col fiato sospeso in un
crescendo di tensione che lo conduce al climax senza risparmio di colpi, senza
lasciare spazio alla pietà.
Lo stile è fluido e descrittivo, avvincente,
molto introspettivo e analitico nei confronti delle debolezze umane, della
disperazione, della consapevolezza dolorosa dei personaggi che si trovano ad
affrontare la morte e il male.
Forse il processo investigativo è poco articolato, e non essendo il focus dell'opera che si concentra, invece, su altri aspetti, più psicologici, viene un po' penalizzato, spiazzando il lettore abituato a impegnative sessioni poliziesche.
La storia di Diego Matteucci ci insegna che le
vittime di violenza non sono solo vittime, ma sono famiglie distrutte, vite
spezzate, equilibri annientati e persi. E una deflagrante scia di dolore.










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