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Recensione: L’ Orchestra Rubata di Hitler di Silvia Montemurro

 

L’ORCHESTRA RUBATA DI HITLER



                                                                   di Silvia Montemurro




Prezzo:
 €  16,80 | Ebook: €  8,99|
Pagine: 269 | Genere: Narrativa Storica  |
Editore: Salanil  |  
Data di pubblicazione: 13 Maggio 2021

Trama

Berlino, anni Trenta. A Elsa hanno sempre chiesto di obbedire, di fare prima la brava bambina, poi la perfetta moglie tedesca. Intorno a lei, molte donne hanno fatto lo stesso, pronte a servire il Reich accanto ai loro uomini invincibili. Ma l’equilibrio fragile sul quale è costruita la sua vita sta per spezzarsi: suo marito Heinrich, ufficiale delle SS, ha ricevuto un importante incarico segreto, e per la prima volta non è disposto a parlarne con lei. 
Per scoprire di cosa si tratta, una sera lo segue di nascosto, lo vede entrare in un appartamento, parlare con un superiore, infine trafugare la custodia di un violino. Non un violino qualunque: un Guarneri del Gesù, uno dei pochi esistenti, dal valore inestimabile. Ma Elsa vede anche un’altra cosa: la foto della ragazza che possedeva quello strumento, nei cui occhi riconosce una sofferenza comune. Decide così di cercarla, a qualunque costo, anche se questo significherà mettersi in grave pericolo e gridare la sua voglia di libertà in faccia all’uomo più pericoloso che il Novecento abbia conosciuto.
Riportando alla luce uno dei crimini meno noti della storia nazista, Silvia Montemurro compone e dirige con maestria una travolgente opera a due voci, quelle di due donne divise dalla Storia e unite dalla musica.


IL MIO PENSIERO SUL LIBRO

Ci sono alcuni libri che si potrebbero recensire con solo una parola “ meraviglioso” e questo è uno di quei libri.
Ho passato la notte a leggerlo poiché non riuscivo più a staccarmi dalla storia di Elsa e Adele, e forse complice la stanchezza, le ho sentite respirare, soffrire e gioire, ho annusato la loro paura, l’intraprendenza, la voglia di vivere in un mondo più giusto, ma soprattutto ho sentito, o sarebbe meglio dire ho vissuto, la loro passione viscerale per la musica.
Le note profonde e vibranti del prezioso violino Guarnieri del Gesù mi sono esplose nell’anima, e nonostante leggessi in un silenzio irreale, le note arrivavano a volte grevi altre argentine e penetravano direttamente nella mia testa, potevo viverle, farle mie come se fossi io stessa a suonarle, come se quel suono fosse tutto ciò a cui mi potevo aggrappare per rimanere in vita, come Adele e come Elsa che entrambe violiniste e amanti della musica vengono unite da un filo sottile che altro non è che quello dell’amore per l’arte e per il mezzo che la rende tale, un violino prezioso come il Guarnieri del Gesù.
Così Elsa, donna tedesca di buona famiglia sposata ad un ufficiale delle SS annoiata e capricciosa, decide di seguire il marito durante un “intervento” scoprendo che vive con un ladro di musica e di strumenti musicali,  sempre quella sera si imbatte nella fotografia di Adele, la proprietaria del violino che suo marito ha appena recuperato per il Reich, rimanendo colpita dai suoi occhi dove è scolpita la sua stessa sofferenza.
Decide così di cercarla, sentendo un affinità profonda con quella ragazza diversa da lei fisicamente ma con un animo molto simile al suo, una decisone che segnerà profondamente la sua vita.
Elsa è una donna capricciosa, ribelle, sicura della sua avvenenza e dell’effetto che ha su suo marito.
La sua infanzia e giovinezza è stata caratterizzata dallo studio del violino che le ha infuso l’amore per la musica.
Da sposata è una benestante che potrebbe continuare a svolgere una vita serena, all’apparenza perfetta, ma dentro di se si sente e si è sempre sentita profondamente sola.
E’ un personaggio ben descritto e delineato, con una personalità forte e fragile allo stesso tempo e in continua crescita.
Adele è una ragazza  semplice, le sue origini sono italiane, marchigiane in particolare, anche lei non ha mai avuto un’amica vera se non una piccola starnazzante oca quando viveva in campagna con i suoi genitori.
Trasferitasi a Berlino con uno zio, si è letteralmente aggrappata alla musica e a quel violino che gli aveva regalato suo padre anni prima, e riesce a diventare il primo violino nell’orchestra di Berlino.
Adele però è di origini ebraiche e con la vittoria di Hitler alle elezioni il suo mondo cambia inesorabilmente.
Ben descritta sia psicologicamente che fisicamente, risulta essere un personaggio in crescita con il quale si riesce ad empatizzare da subito.
La lettura è scorrevole, piacevole, lo stile emozionale, a tratti introspettivo, con un alternanza di descrizioni e dialoghi che dettano il ritmo al racconto che risulta sempre serrato, incalzante, denso di avvenimenti.
Ben descritta l’ambientazione, si avverte il contrasto tra la “Berlino bene” e la “Berlino ebraica”, si respira  la paura dei bombardamenti, l’odio surreale dei nazisti contro gli ebrei, la consapevolezza di alcuni personaggi di vivere un incubo dal quale non riescono ad uscire perché imbrigliati in una follia collettiva che sostiene un ideale che gronda sangue, ma soprattutto si riesce a sentire nel profondo del proprio intimo l’amore per la musica.
Bello il finale, che lascia un pochino di amaro in bocca ma anche un gran sollievo.
Da leggere in ogni stagione, possibilmente in un luogo silenzioso, così da gustarsi ogni parola e ascoltare la musica che le accompagna.
Consigliatissimo a tutti coloro che sono alla ricerca di una storia da vivere intensamente.
Davvero Bello!












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