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RECENSIONE: IL PASSAGGIO SEGRETO DI IDA COOK

 


 IL PASSAGGIO SEGRETO



                                                                   di Ida COOK



Prezzo:
12,00 €  | Ebook: 4,99 € |
Pagine: 288 | Genere:  Romanzo storico |
Editore: Newton Compton  
Data di pubblicazione: 21 0ttobre 2021

Trama
Le sorelle Ida e Louise Cook sono due ragazze inglesi come tante altre, apparentemente destinate a non lasciare mai il sobborgo di Londra dove vivono e lavorano. Ida scrive romanzi rosa, Louise è una dipendente statale. Ma nel 1923, l'ascolto casuale di un'aria tratta da Madama Butterfly accende in loro la passione per l'opera, che le porta a fare amicizia con le maggiori personalità europee del settore, molte delle quali ebree. Con l'ascesa del nazismo, quel mondo magico che le due sorelle hanno imparato a conoscere e ad amare rischia di andare distrutto insieme a tutto il resto. Così Ida e Louise, collaborando con la vasta rete degli artisti dell'opera, grazie alla loro astuzia e alla loro incrollabile buona volontà, riescono a eludere i sospetti dei nazisti e a portare in salvo dozzine di rifugiati. Questo straordinario memoir racconta l'altrettanto straordinaria storia di due persone normali che, in nome dell'amicizia e del buon cuore, si resero protagoniste di atti di coraggio memorabili, tanto da essere ricordate tra i "Giusti delle Nazioni".
   
IL MIO PENSIERO SUL LIBRO

Il passaggio segreto è un romanzo autobiografico sull’impresa che le sorelle Cook compirono per salvare la vita a centinaia di Ebrei durante la Shoah. La struttura è quella del “resoconto”, della cronaca: semplicemente, Ida Cook racconta con la giusta dose di malinconia senza essere sdolcinata, anzi: non traspaiono i sentimenti provati, l’autrice non trasmette le emozioni che ti aspetteresti, le cita, come un elemento tra gli altri, ma non te le fa sperimentare come altri autori che hanno scritto sul tema. È una cronaca che riporta i fatti. Asettica. Che sia dovuto al tipico aplomb inglese?!


Inizia con elementi strettamente autobiografici, per contestualizzare la vicenda e per presentarsi, ma senza esagerare, anche se poi si dilunga sul loro rapporto con l’Opera che se inizialmente trasmette nel lettore desiderio di ascoltarla a sua volta, a lungo andare diventa ridondante e prolisso (poteva tranquillamente essere abbondantemente sfoltito): il primo centinaio di pagine è infatti abbastanza pesante e noioso.

Solo quando si entra nel vivo del loro grandioso lavoro di salvataggio, comincia a essere avvincente, sempre tuttavia senza acquistare mordente: continua a essere il resoconto dei fatti, eroici, coraggiosi, meravigliosi, certo, ma narrati senza pathos dove si susseguono le storie e vicende di tante persone e famiglie,  raccontate una dopo l’altra senza un filo logico, come un elenco inframmezzato al resto, dove si fanno spazio “Ricordi affollati ma nitidi”.

 Contesto e riferimenti storici sono ben delineati, è apprezzabile come in Inghilterra tutto sia stato più lento e inizialmente meno credibile ed è molto ben rappresentato il passaggio tra due epoche, tra le quali si percepisce il limite netto del cambiamento: “Quando eravamo giovani e il mondo era nostro” come preludio a qualcosa che sta inesorabilmente per cambiare.

Oppure:

La vita negli anni precedenti alla prima guerra mondiale è impossibile da immaginare se non la si ha mai vissuta”.

o ancora:

Il buio stava già calando, ma la gente ne era in gran parte inconsapevole, e il terribile fungo che avrebbe infestato il centro Europa stava già cominciando ad attecchire e a emanare un debole, nauseabondo, premonitore sentore di male

Le due sorelle, come super-eroine Marvel, conducono una doppia vita, una delle quali rispettabile e legale, l’altra pericolosa e illegale ma sicuramente più utile, arrivando addirittura a contrarre debiti, per aver speso tutti i risparmi per aiutare le persone a scappare e rifugiarsi, rendendosi presto conto del contrasto tra il loro bel modo di vivere tra musica e viaggi e l’orrore dell’olocausto. Cambiano così le loro priorità e il modo in cui investire il denaro.

Spiccano senz’altro non solo temi tipici di questo buio periodo storico come orrore, omicidio, brutalità e ingiustizia, desolazione, ma anche altri come amicizia e speranza, solidarietà, coraggio e generosità. Inoltre, viene più volte sottolineata quell’incredulità – comune a tutte le epoche – che deriva dall’esperienza indiretta, secondo cui in cui il clima di terrore era incomprensibile per chi non viveva direttamente l’orrore: tutto era impossibile da credere, immaginare, comprendere, e la risposta era che fosse soltanto esagerazione, isteria, messinscena (argomento piuttosto attuale, purtroppo). Senza contare che, senza fare troppo rumore, c’era anche chi fuori dalle fila hitleriane appoggiava comunque il folle ideale del Führer:

E c’erano alcuni che ritenevano che, se gli ebrei venivano messi al loro posto in Germania, non era poi una cosa brutta

Le sorelle Cook, tuttavia, riguardano indietro a quei “Giorni folli!”, vissuti in bilico tra la speranza di “un altro mondo al quale un giorno saremmo potute tornare” e la paura che sarebbero durati per sempre. Per questo sostengono che sia necessario mantenere vive speranza e forza per andare avanti, nonostante la sensazione di non aver comunque fatto abbastanza, consapevoli in qualche caso di aver fallito e di non essere riuscite a salvarne di più.

È un romanzo circolare, che inizia e finisce nello stesso modo, un po’ come la vita e il suo moto perpetuo di maree che tornano sempre.

Si tratta sicuramente di un’opera dal grande contributo storico, ma se devo essere sincera non è di facile lettura, l’ho trovato un po’ ostico. Non me lo sento di penalizzarlo nel giudizio in quanto storia vera e di prima mano, ma non me la sento nemmeno di consigliarlo come lettura, forse è più adatto a un lavoro di ricerca storica o agli appassionati del tema.

















Ringrazio la casa editrice per la copia digitale del romanzo.

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