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RECENSIONE: IL MALE CHE GLI UOMINI FANNO DI SANDRONE DAZIERI

 


 IL MALE CHE GLI UOMINI FANNO



                                                                   di Sandrone DAZIERI





Prezzo:
20,00 €  | Ebook: 10,99 € |
Pagine: 544 | Genere: Thriller  |
Editore:  HarperCollins Italia 
Data di pubblicazione: 11 ottobre 2022


Trama
Trent’anni fa Itala Caruso, poliziotta soprannominata la Regina e a capo di un giro di corruzione, viene incaricata di trovare le prove per mandare in carcere l’uomo accusato di essere il Persico, l’assassino che ha rapito e strangolato tre ragazze adolescenti. Itala non può rifiutare, ma sa che sta facendo la scelta sbagliata. Oggi, un uomo dai lunghi capelli bianchi rapisce sul cancello di casa la sedicenne Amala Cavalcante e la imprigiona nel sotterraneo di un vecchio edificio. Amala capisce che non uscirà viva da lì, a meno che non trovi il modo di fuggire. Francesca Cavalcante è la zia di Amala ed è un avvocato. Trent’anni prima ha difeso senza successo l’uomo accusato di essere il Persico. Lei sa che il suo cliente era innocente, e che il vero assassino è ancora in giro. E che forse è stato lui a rapire sua nipote. Gershom Peretz, detto Gerry, dichiara di essere un turista israeliano, ma è arrivato subito dopo il rapimento di Amala e sembra disposto a tutto pur di ritrovarla. Anche a uccidere.
 

IL MIO PENSIERO SUL LIBRO

Sandrone Dazieri è una certezza. Si tuffa nell’animo umano con una capacità di sondarlo e comprenderlo davvero notevole: compie un viaggio fino all’abisso e ritorno, per scovare le nefandezze e i punti oscuri, il dolore, i sentimenti negativi, … il MALE, insomma.

Il male dell’uomo è infatti un argomento ricorrente nei suoi romanzi, lo studia in ogni aspetto, non solo quello più spregevole e corrotto dei criminali, ma anche quello più normale, causato dalla sete di potere e denaro, un male che non conosce fine, e riesce così a creare questi personaggi poliedrici, fatti di luci e ombre: forse vuole dirci che siamo un po’ tutti divisi tra bene e male?!

Il male è dappertutto, più o meno grande e le sue conseguenze hanno un effetto domino: anche un’azione apparentemente poco grave e con conseguenze modeste può amplificarsi nel percorso degli eventi e dare effetti anche gravi.

Qualche volta chi sbaglia cerca di rimediare, con il desiderio di ricominciare, ma il confine tra il senso di colpa reale e la paura delle conseguenze personali è molto sottile e sfumato.

Molto interessante anche l’immagine finale del fango che ricopre tutto, che distrugge, sfonda, abbatte e sommerge: metafora del male che avanza inesorabile e inarrestabile.

Il meccanismo narrativo è complesso, brutale e crudele e l’indagine è intricata e intrigante, e, anche se portata avanti da civili parallelamente a quella della polizia, ufficiosamente e solo grazie a conoscenze, favori, mezzi illegali, si rivela più efficace, poiché il focus è su Francesca e Gerry.

Intenso, cupo, dal ritmo serrato e ricco di colpi di scena che non lasciano spazio al lettore per riprendere fiato. Una trama fitta e complessa, piena di punti ciechi, labirinti e false piste che confondono le acque: il lettore come i personaggi sbagliano e tornano indietro nella ricerca verso la verità. Sembra di raggiungerla, ma in un attimo cambia tutto e ci si ritrova a un punto morto.

 

Due storie che corrono parallele, distanti trent’anni l’una dall’altra, si toccano appena e poi si sovrappongono, alla fine, in un crescendo di particolari solo accennati, sospesi che si rivelano piano piano.

Molti i particolari accessori che non c’entrano direttamente con le vicende ma ne fanno da contorno, e le descrizioni dettagliate ma non ridondanti: elementi che danno spessore e lo rendono più efficace.

Incalzante e avvincente, tuttavia a tratti inverosimile e un po’ macchinoso: per esempio, Amala è una ragazzina, ma è super-intelligente, operativa, ed è estremamente intuitiva, ok che in situazioni di stress si fa di necessità virtù, ma non è troppo per una diciassettenne che proviene da una famiglia ricca? Non è vissuta in strada, situazione che potrebbe in parte giustificare il suo sangue freddo e la sua capacità di muoversi in situazioni difficili. Inoltre, alcune “americanate” lo rendono un po’ esagerato, ma quando inizi un romanzo di Dazieri sai che può succedere e va bene così, anche perché la trama è originale e mai banale!

Dolore, abbandono, bugie, morte, psicosi, delirio, spionaggio, complotti, politica e violenza: un mix esplosivo che lo rende irresistibile e cattura il lettore che lo divora, senza riuscire a smettere di leggere.

Io l’ho letto in cinque giorni!! 😊

Tanti sono i personaggi, e tutti legati tra loro, e la loro psiche è sondata da Dazieri che ne analizza le varie sfaccettature: l’essere umano può essere abietto e pericoloso.

Per esempio, il sovrintendente capo Itala Caruso è un personaggio in contrasto rispetto agli eroi polizieschi a cui siamo abituati: è l’opposto degli investigatori a volte stropicciati e sbeccati ma con morale solida. Lei è corrotta in un ambiente di corrotti, non è bella, non è affascinante, non è sexy né atletica e non brilla nelle indagini, anche se ha qualche buona intuizione.

 

Una storia complessa, che fa anche riflettere, ma da leggere d’un fiato. Straconsiglio!

Spero davvero che ne sia tratto un film. O perché no, una bella serie tv! 



















Ringrazio la casa editrice per la copia digitale del romanzo!

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