Recensione: I Segreti della Nebbia di Matteo Monforte.
I SEGRETI DELLA NEBBIA
di Matteo Monforte
Trama
Il cadavere del diciottenne Billo Bianchi viene trovato, completamente nudo e martoriato, una mattina di nebbia, a Crocefieschi, proprio sotto al cartello di benvenuto del paese. Sono cose che non capitano mai, in quel tranquillo borgo abbarbicato tra i monti dell’entroterra ligure. O forse no? È l’autunno del 1988 e Oscar De Ferrari è un giovane giornalista musicale – ex musicista di un gruppo punk – al suo primo caso di cronaca nera. Non di certo un lavoro semplice per lui, quindi, soprattutto perché i Carabinieri della valle sembrano brancolare nel buio e le piste false pare si sprechino. Ma Oscar lo intuisce da subito che il cadavere di quel ragazzo, che è stato così ben voluto da tutti i paesani, è solo la punta di un iceberg. Che in realtà, sotto, potrebbe esserci qualcosa di più profondo; qualcosa di oscuro da ricercare indietro nel tempo, un orribile segreto ben custodito, che sembra terrorizzare da anni chiunque ne venga a conoscenza. Lottando contro i fantasmi del passato e sconvolto da un improvviso amore che sembra scombussolargli tutti i piani, il giovane De Ferrari, insieme alla sua collega Nina, si troverà ad indagare tra i silenzi e le paure degli abitanti di quel luogo, col solo supporto del capitano del Nucleo Operativo Giulio Scandale, anche lui spedito tra quei monti per cercare di sbrogliare ciò che sembra essere un vero e proprio rompicapo. Bisogna fare più in fretta possibile, però. Prima che sia troppo tardi. Prima che succeda ancora.
IL MIO PENSIERO SUL LIBRO
Matteo Monforte è uno scrittore che ho imparato ad amare grazie ai suoi romanzi che hanno come protagonista l’irriverente, l’anticonformista e antieroe per eccellenza Martino Rebowsky, e vi confesso che avevo quasi timore a leggere questo libro che immaginavo totalmente diverso da quelli che avevo già letto e apprezzato.
La curiosità, però, ha vinto sulla paura e appena avuto il libro fra le mani mi sono immersa nella lettura, fino a ritrovarmi piacevolmente persa tra le pagine, sospesa tra la realtà di tutti i giorni e quella della fine degli anni ottanta, quando la vita pareva più semplice.
La trama è ben orchestrata, e l’ intreccio narrativo tiene il lettore continuamente in allerta.
Mi è piaciuta molto la dicotomia che Monforte crea, in alcuni passaggi, tra ciò che succede nel mondo reale e ciò che succede nel mondo interiore del protagonista, usando sapientemente flashback atti a far immergere il lettore nello stato d’animo di quel personaggio.
A Crocefieschi viene ucciso in maniera efferata un ragazzo di diciotto anni, Billo Bianchi, una morte che sconvolge quel piccolo paesino di montagna.
In poco tempo si riversano in quel luogo una miriade di giornalisti e tra loro c’è anche Oscar De Ferrari, al suo primo caso di cronaca nera.
Ovviamente non sa bene da che parte iniziare, così si lascia guidare dall’istinto che lo porta a incrociare lo sguardo penetrante della bella giornalista Nina, con la quale nascerà una collaborazione.
I Carabinieri del luogo sembrano voler archiviare al più presto quella morte, cercando e anche trovando un capro espiatorio.
Ma la situazione sembra più complessa, soprattutto quando le morti aumentano e sono tutte persone che, in qualche modo, avrebbero potuto dare voce a dubbi, sospetti, sussurri.
Alcuni interrogativi sorgono nella mente di Oscar e Nina: di cosa, o di chi, hanno paura i paesani di Crocefieschi? Come è possibile che nessuno abbia visto o sentito niente? Perché le forze dell’ordine vogliono archiviare il caso senza vagliare ulteriori piste?
Tra piccoli e grandi colpi di scena, la nebbia si dirada, sia nel piccolo paesino che nella mente dei protagonisti, e si verrà coinvolti in un finale particolare, per certi versi quasi scontato, ma perfettamente in linea con la trama.
Un finale che da soddisfazione ma che lascia la voglia di vedere oltre, un finale che mi ha fatto desiderare di continuare a seguire le vicende e la vita del nostro protagonista.
I personaggi sono tutti ben descritti e delineati, sia fisicamente che psicologicamente, portando il lettore ad avere la sensazione di vederli muovere e agire come in una pellicola cinematografica.
Oscar De Ferrari è un giornalista musicale che, per alcuni contrasti con il suo capo, è stato relegato alla cronaca nera. Ex musicista di un gruppo punk, ha un tormento nell’anima che non lo abbandona, un “mal de vivre” che lo rende malinconico, scostante e, all’apparenza, privo della capacità di vivere emozioni. È un personaggio in crescita e in continua trasformazione.
Nina è una giornalista di cronaca nera, bella, affascinante, intelligente e sarà anche colei che darà la spinta a Oscar per iniziare ad attuare un cambiamento interiore. È uno di quei personaggi che io chiamo “pilastri”, senza di lei non si vivrebbe al meglio la trasformazione emotiva del protagonista.
Lo stile di Monforte è cinematografico, i suoi libri si vivono e si immaginano come se fossero film, la lettura è scorrevole e il perfetto connubio di dialoghi e descrizioni donano il giusto ritmo.
Ben descritta l’ambientazione, la nebbia e il freddo ti penetrano nelle ossa e non vedi l’ora di sederti al tavolino dell’osteria per goderti un po’ di calore e qualche bicchiere di buon vino.
Insomma, un bel Noir da leggere in queste giornate invernali, sorseggiando un buon bicchiere di Barbera e sgranocchiando qualcosa di salato dal sapore forte e intenso come la trama di questo romanzo.
Consigliato agli amanti del genere e a tutti coloro che sono alla ricerca di una lettura dal sapore particolare come solo Monforte sa creare.
Sono davvero felice di averlo letto, posso dire ancora una volta che la scrittura di Monforte non mi delude mai.
Ovviamente la mia valutazione non può che essere questa :
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