Recensione: Se i gatti scomparissero dal mondo (Vol 1-4) di Genki Kawamura
Trama
Tokyo Naruse è un uomo qualunque, ma anche un uomo solo. Vive ai margini, in un appartamento pieno di silenzi. La sua unica compagnia è Cavolo, un gatto dagli occhi dolci e saggi, che rappresenta tutto ciò che gli resta.
Quando a Naruse viene diagnosticata una malattia terminale e gli viene detto che ha i giorni contati, la sua vita prende una piega inaspettata: compare un essere soprannaturale, un diavolo, che gli propone un patto inquietante quanto allettante. Per ogni cosa che Naruse accetterà di far scomparire dal mondo, guadagnerà un giorno di vita in più.
Ma il diavolo, astuto e subdolo, non si accontenta di oggetti insignificanti. Ogni scomparsa deve scuotere il mondo, modificare le connessioni tra le persone, spezzare ricordi, cambiare il corso degli eventi. Si comincia con oggetti apparentemente innocui ma carichi di significato — come il telefono o la pellicola cinematografica — per poi proseguire in un crescendo che coinvolge i legami affettivi di Naruse, fino a far vacillare anche il suo rapporto più prezioso: quello con Cavolo.
Il tratto semplice e pulito del manga amplifica il tono malinconico e riflessivo della storia. Il disegno accompagna con delicatezza una narrazione profonda, che esplora i grandi temi della vita, della morte e del senso della perdita.
Una nota di calore e ironia viene proprio dal diavolo — dipinto come uno stravagante hippie — e da Cavolo, che il diavolo, in uno dei suoi bizzarri atti di apparente generosità, rende capace di parlare. La sua voce, che ricalca quella degli attori dei film anni Quaranta, è una trovata geniale che alleggerisce l’atmosfera e dona al personaggio una profondità inattesa. Cavolo non è solo un gatto: è la coscienza, l’amico fedele, il simbolo stesso dell’amore incondizionato.
Nel corso dei quattro volumi, Naruse si troverà davanti a scelte sempre più difficili, a volte crudeli, che lo costringeranno a ripercorrere la propria esistenza e i rapporti — mancati, interrotti, dimenticati — con le persone che ha incontrato. E proprio mentre il prezzo della sopravvivenza diventa insostenibile, si fa strada in lui una consapevolezza semplice quanto definitiva: c’è qualcosa di ancora più inevitabile della morte, ed è la vita.
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