Recensione: Zampette sotto l’albero di Lee Blair
Trama
La storia ruota attorno a Elias, direttore di un rifugio per animali abbandonati, uno di quei personaggi che sembrano fatti di lucine colorate e spirito natalizio. Ama il Natale in tutte le sue declinazioni (decorazioni, eventi, iniziative solidali) e a Christmas Falls è un punto di riferimento: durante il festival natalizio riesce persino a far adottare i cani ai turisti di passaggio. Insomma, Elias è il classico personaggio capace di far venire voglia di decorare la casa anche ad agosto.
Accanto a lui, però, c’è una figura completamente diversa: Roman, il fisioterapista del nonno Jim e vicino di casa burbero, silenzioso, quasi allergico a tutto ciò che è luce, glitter e buoni sentimenti. Se esiste uno Scrooge moderno, è sicuramente lui. Eppure, da due anni, tra Elias e Roman aleggia quell’attrazione inespressa che rende ogni interazione un piccolo campo minato di sguardi sfuggiti e sorrisi trattenuti. Non si parlano davvero, ma si osservano. Non si cercano, ma si notano. E proprio questo tira e molla silenzioso crea una bellissima tensione.
Il romanzo prende il volo quando un guasto al rifugio costringe Elias a chiedere aiuto all’intera comunità per sistemare temporaneamente i cani. La cosa bella? Christmas Falls risponde compatta, come quelle piccole cittadine americane che nei romance natalizi si trasformano in famiglie allargate. Tra i cani c’è anche Carol, una cagnolina particolarmente difficile: Elias decide di portarla a casa, ma sarà Roman l’unico con cui lei sembra andare immediatamente d’accordo. Carol, a modo suo, diventa una piccola cupido a quattro zampe, smussando le difese di Roman molto più velocemente di quanto qualsiasi essere umano avrebbe potuto fare.
E poi c’è Jim, il nonno: simpatico, affettuoso e impiccione quanto basta. È uno di quei personaggi secondari che rubano la scena ogni volta che compaiono e, nel suo modo un po’ saggio e un po’ malizioso, non si fa problemi a spingere Elias e Roman l’uno verso l’altro. E non è tutto: anche lui, nel corso della storia, si ritrova coinvolto in un flirt tenero e divertente, una sottotrama che dona ulteriore calore alla narrazione.
Ma il cuore emotivo del romanzo è Roman e il suo conflitto interiore. Cresciuto tra continui traslochi e addii, è abituato a non legarsi a nessuno: per lui restare significa rischiare di soffrire. Per questo, anche quando comincia a sorridere, a partecipare agli eventi con i cani e a lasciarsi coinvolgere dalla comunità, mantiene sempre quella barriera invisibile. Ha un’opportunità di lavoro lontano, una via d’uscita che lo rassicura. O almeno… così crede.
Perché più il tempo passa, più Elias, Carol e perfino Christmas Falls iniziano a insinuarsi dentro di lui. E quando finalmente la proposta tanto attesa arriva, Roman si ritrova a chiedersi se ciò che desiderava davvero fosse andarsene o se semplicemente non aveva ancora trovato un posto (e qualcuno) per cui valesse la pena restare.
Zampette sotto l’albero è un romance che ha tutto ciò che il genere promette: dolcezza, ironia, animali che conquistano il lettore, un pizzico di malinconia e una lenta costruzione del rapporto che fa venire voglia di parlare ai personaggi attraverso le pagine.
Barbara








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