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RECENSIONE: CADAVERI A SONAGLI DI CHRISTIAN FRASCELLA

 


 CADAVERI A SONAGLI




                                                                   di Christian FRASCELLA





Prezzo: 16,00 €  | Ebook: 9,99|
Pagine: 384 | Genere: Romanzo noir  |
Editore: Mondadori  
Data di pubblicazione: 20 ottobre 2020


Trama

Lea e Nicola, ladruncoli improvvisati, Gianni marito fedifrago che non ha mai amato Carla, ma l’ha sposata per convenienza, Rocco operaio insoddisfatto e pelandrone, un commissario appena trasferito e ancora sotto esame per un errore commesso, un assicuratore senza scrupoli e senza più nulla da perdere, una coppia di poliziotti improbabili e patetici… sono solo alcuni dei personaggi le cui sorti si intrecciano in questo noir langarolo, una storia tagliente dal sapore giallo intrisa di cinismo. Ognuno di loro pensa di avere in pugno l’occasione della vita, quella che permetterà la svolta. Quello che non sanno è di avere sicuramente ragione, ma non nel modo che credono. Un bel mucchio di soldi che fanno gola sarà causa di un crescendo di violenza e scuoterà l’indolenza di Santa Margherita alle Langhe, un noioso paesino piemontese dove non succede mai niente. 



IL MIO PENSIERO SUL LIBRO

La penna di Christian Frascella è ben riconoscibile in questo suo nuovo romanzo noir, in cui non risparmia certo sarcasmo e cinismo che lo contraddistinguono. L’autore ci propone infatti un bel quadretto di perversioni umane, tra le quali trovano posto avidità, violenza, assenza di scrupoli, superficialità e desiderio di apparire, sesso ed erotismo, tradimenti e opportunismo. La rosa dei personaggi è varia ed eterogenea, ma si sovrappone nelle debolezze e nello scarso spessore. Ognuno si finge quello che non è: chi si finge ladro, chi assassino, chi si finge un altro, chi si finge un bravo poliziotto, chi un uomo innamorato, chi un accertatore eticamente corretto, chi si professa innocente… e questo tentativo di indossare una maschera e vestire panni altrui, improvvisando e arrabattando non può che portare guai. Una storia dove tutto ruota attorno a quello che “va storto” invece che secondo piani stabiliti benché approssimativi.

Con effetto domino, infatti, da tante fatalità e piccole scelte sbagliate, si scatenano una serie di inesorabili eventi a catena tra loro collegati che si amplificano gradualmente, senza che nessuno possa prevedere con anticipo quello che succederà, con un accattivante risultato tragicomico.


 

La prosa è efficace, tutt’altro che raffinata ed elegante, anzi: con uno stile incalzante e tagliente, sboccato, rude, ricco di volgarità perfettamente in linea col significato dell’opera. Carico di metafore e similitudini che lo rendono ancora più visivo: il lettore viene trasportato nella storia, nel fango dell’ambientazione rurale, sotto la pioggia. Trascinante e ricco di colpi di scena, ma anche di descrizioni accurate, che conferiscono realismo e credibilità. I dialoghi danno forza al romanzo, sono veri, realistici e offrono corpo e struttura, il turpiloquio è dosato sapientemente e non stona affatto.

I personaggi sono tanti e i punti di vista cambiano continuamente, e inizialmente è difficile tener dietro a tutti, collocarli e ricordarne il ruolo, ma Frascella li caratterizza così bene col suo humor nero e sarcastico che a mano a mano sembra quasi di conoscerli davvero e diventa più facile anche seguirli, tanto che pare quasi di esplorare l’insieme da ogni angolazione, con una visione a 360 gradi. Ognuno è un ingranaggio difettoso che però, come in un vecchio meccanismo rodato, entra in perfetta sintonia con gli altri, inserendosi in un motore ben oliato che borbotta ma non si ferma.

L’unico personaggio che si salva in questo mare di odio e melma e sentimenti fasulli è Dora Baron che se pure tenuta un po’ ai margini, saprà essere il vero ago della bilancia tra bene e male. Vorrebbe essere altrove, il commissario, segnata da un passato infelice, un matrimonio senza passione, genitori con cui non andava d’accordo, anche il tempismo del trasferimento dopo l’Errore le è sfavorevole e si ritrova subito un cadavere, cui ne seguiranno altri, tra capo e collo.  


Forse scivola un po’ troppo negli stereotipi e in banali luoghi comuni: l’espressione diabolica di un giornalista di fronte allo scoop senza rimorso, Lea, bionda e spregiudicata, “Una gran bella figliola e a letto dava e prendeva con furia animale”, … ma non sono del tutto sicura che non sia piuttosto una strategia letteraria dello scaltro scrittore torinese.

Frascella descrive un’umanità melmosa, amorale, velenosa e fatale come un serpente a sonagli. Una “lenta, agonica marcescenza di sogni”, sotto un cielo “nero come i tempi che viviamo”. La misoginia, la visione della donna come un oggetto sessuale o su cui sfogare nervosismo e rabbia, vino a gogo, buona droga e puttane come sinonimo di ricchezza e potere secondo la filosofia per cui “Il soldo chiama soldo”. Il brivido delle rapine e magari di un omicidio, eccitante, virilità un po’ ottuse, sesso ed erotismo che guidano azioni ed emozioni…


Qual è il suo messaggio? Cosa vuole dirci?

Alla fine il bene trionfa e i cattivi saranno puniti? Non ve lo dico! 😏

Non faccio spoiler e lascio a voi il piacere (è proprio il caso di dirlo!!) di scoprirlo.

 

 

“Le cazzate hanno il brutto vizio di essere solo cazzate, non funzionano”







In questo articolo parlavamo già di questo romanzo! 😉







Ringrazio Mondadori per la copia digitale omaggio.

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